Page 16 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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Ora, al di là delle precisazioni che andrebbero fatte – e che qui si eviteranno – riguardo alle diverse origini, cattoliche o protestanti, delle teorie storiografiche in proposito, si può almeno – in questa sede – provare a sintetizzare lo stato della magmatica questione31.
Ancora oggi – a fronte di un’agguerrita schiera di storici di matrice protestante che vedono nella riforma luterana una preziosa opportunità per far breccia in una Chiesa romana arroccata e distante, quanto ormai stanca, svilita, irrimediabilmente malata, e nella risposta di quest’ultima un tentativo non di rado maldestro per porre rimedio a secoli di brutture – storici di chiara estrazione cattolica vedono nella riforma della Chiesa o nella controriforma quanto si pensò e si fece per rispondere, e più ancora, in certo senso, per controbattere al pensiero protestante e all’evidente, secolare decadenza morale e sociale di cui la Chiesa medesima era preda.
In special mondo si tende ad interpetare, di volta in volta, un’azione sia di mutamento interno all’organizzazione e alla più varia cultura degli ecclesiastici, sia di mirata, calibrata, efficace azione di contrasto all’opera riformatrice protestante. In molti casi tuttavia, forse in troppi, l’idea che ancora oggi tende a prevalere è quella di una Chiesa che ‘si’ riforma e che in un secondo momento, opportunamente preparatasi, ‘riforma’, ovvero attua una ‘controriforma’. Una progressione che pare meccanica, quasi automatica e con una cieca uniformità che non sarebbe tuttavia sensato applicare genericamente a fatti, contesti, figure dell’età qui presa in considerazione. Non si trattò di una risposta piatta, incolore, sempre uguale nel tempo e invariata per qualsiasi ambito geografico, sociale, politico e, ovviamente, religioso. Anzi.
Le più recenti e accreditate tendenze storiografiche32 hanno rivisitato il problema e hanno proposto una più appropriata interpetazione di quelle vicende ribaltando, reimpostando la questione dell’azione e della reazione cattolica alle pur sempre stimolanti sfide del variegato sentire religioso del Cinquecento. Il problema non è più quello di una visione separata degli immani, articolati, complessi sforzi compiuti dalla Chiesa: non è dunque più possibile un’indagine per comparti distinti e separati, che riguardi “o” i tempi e le modalità della riforma cattolica “o” gli sviluppi a sé stanti della controriforma ma – ecco il punto – occorre abbracciare con un unico
ampio spettro Il Concilio di Trento e il moderno, a c. di P. Prodi e W. Reinhard, Bologna 1996, I tempi del concilio, a c. di C. Mozzarelli e D. Zardin Roma 1997 e A. Prosperi, Il Concilio di Trento. Una introduzione storica, Torino 2001.
31 Jedin, Il Concilio di Trento cit., I e soprattutto, nonostante l’età (ed. orig. Luzern 1946) e l’impostazione, per il notevolissimo influsso sulla storiografia europea e italiana si veda senz’altro, Id., Riforma cattolica o Controriforma? Brescia 1995, affiancati ora da P. Prodi, Controriforma e/o Riforma cattolica: superamento di vecchi dilemmi nei nuovi panorami storiografici, in “Römische Historische Mitteilungen”, XXXI (1989), p. 227 ss. e, da un’angolazione particolare, quella che riguarda non solo il significato profondo di tali “termini asimmetrici”, ma anche il rapporto di tali idee con l’evoluzione dell’identità italiana, da D. Zardin, Controriforma, Riforma cattolica, cattolicesimo moderno: conflitto d’interpretazione, in Identità italiana e cattolicesimo. Una prospettiva storica, a c. di C. Mozzarelli, Roma 2003, p. 289 ss. dove si riassume efficacemente l’annoso, vivace dibattito storiografico con ricca bibliografia specifica recente annotata.
32 Su queste si dovrebbero leggere i saggi di non pochi studiosi italiani e stranieri, tra i quali andrebbero almeno citati Delio Cantimori, Mario Bendiscioli, Jean Delumeau, Victor Lucien Tapié, Louis Châtellier, Giuseppe Alberigo e molti altri ancora: rinvio pertanto alla nota precedente e alle opere ivi indicate, tutte con fondamentali riferimenti bibliografici a cui senz’altro si rimanda.