Page 14 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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formazione culturale, morale, spirituale e teologica del clero, nonché la diffusione della dottrina cristiana grazie alla predicazione e all’azione di apposite scuole. Il tutto nella più fedele e rigorosa obbedienza all’Ordinario diocesano. Fu però soprattutto la prima di queste emergenze – la formazione di un clero preparato e consapevole del proprio fondamentale ruolo nella società del tempo – a contraddistinguere l’operato del giovane sacerdote e teologo per i brevi anni della sua vita. Uno scopo questo, se non lo scopo, che deve essere individuato non solo quale specchio della migliore e più efficace produzione canonistica dei padri conciliari tridentini ma anche tra i compiti primari della nuova generazione di ardenti prelati riformatori dei quali faceva parte anche monsignor Carlo Bascapè, vescovo di Novara.
Controriforma dunque, o anche – meglio, e anche – riforma cattolica o rinnovamento della Chiesa? Quando e come, per trattare dell’argomento, è opportuno e appropriato usare tali termini? Ed è proprio usarli entrambi o favorirne uno a scapito dell’altro?
Per molti anni si è percepito, individuato e cristallizzato – per così dire, e trattando dell’aspro contrasto tra la predicazione e l’irraggiamento del pensiero protestante e della successiva, multiforme risposta cattolica – un arco cronologico ben definito, che comprende quasi tutto il Cinquecento, dall’apparire sulla scena internazionale del giovane frate agostiniano Martin Lutero24 e dei suoi molti seguaci e sino alla fine del secolo.
Nella gran parte della manualistica si è soliti far riferimento all’età della riforma e della controriforma individuando nella prima il momento dell’esplosione e diffusione del pensiero riformato – che venne percepita e che realmente fu una reale cesura dell’unità religiosa e confessionale europea ad opera di Lutero – e nella seconda il periodo successivo, che comprende e inquadra la ciclopica, graduale e assai complessa risposta dottrinale e politica della Chiesa di Roma, dal difficile travaglio conciliare tridentino, avviato tra mille contrasti nel 1543, al drammatico dissidio con la Serenissima, protrattosi per alcuni anni e conclusosi, non senza incertezze, nel 160625.
Una risposta ad un disagio diffuso che non nacque allora26, un degrado progressivo che era ormai presente a tutti i livelli della gerarchia cattolica, nessuno
24 Su di lui, sul suo pensiero e sulle sue celeberrime 95 “tesi” della Disputatio circularis pro declaratione virtutis indulgentiarum apparvero affisse alla porta della chiesa di Ognissanti, presso il castello di Wittemberg la mattina del 31 ottobre 1517 è opportuno vedere almeno i recenti lavori di G. Cotta, La nascita dell’individualismo politico. Lutero e la politica della modernità, Bologna 2002 e di T. Kaufmann, Lutero, Bologna 2007, nonché le datate quanto appassionate pagine del protestante G. Miegge, Lutero giovane, Milano 1977. Leone X, dopo aver animatamente discusso il contenuto delle tesi di Lutero e grazie a una apposita commissione di esperti coordinata dal domenicano Tomas de Vio e dal teologo tedesco Iohann Eck, emanò la bolla Exurge Domine (giugno 1520) con cui si intimava al ribelle agostiniano di ritrattare una gran parte delle sue proposizioni ritenute eretiche: sulla vicenda della celebre bolla pontificia si veda la recentissima voce E. a c. di H. M. Stamm in Dizionario dell’età delle riforme. 1492-1622, a c. di S. Cavallotto, L. Mezzadri, Roma 2006, p. 243 s.
25 Frajese, Sarpi scettico cit., passim.
26 Già con la riforma dell’XI secolo, un movimento quale fu quello della pirma Pataria – ed è bene sottolineare che si tratta solo delle iniziali manifestazioni patariniche, con la presenza di Arialdo, di Erlembaldo, di Siro e di altri esponenti – tra laici ed ecclesiastici - della prima ora, aveva affrontato momenti di difficoltà cui aveva saputo parzialmente rispondere ma lasciando ampio margine, purtroppo verificatesi a pochi anni dalla dipartita dei protagonisti, alle ricadute per degrado morale e corruzioni ad ogni livello della gerarchia ecclesiastica: cfr. C. Violante, La Pataria milanese e la



























































































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