Page 18 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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pur sempre questa l’aulica Novara “civitas regia” ...“fidei christianae tenacissima ac religionis servantissima” descritta da Giovanni Battista Piotti nel 155738 quella da cui è necessario partire per trattare della nascita della Congregazione degli Oblati dei ss. Gaudenzio e Carlo di Novara cui nel Novecento si aggiunse, come a suo tempo vedremo, l’appellativo di ‘Missionari di Maria’.
Per illustrare il pensiero e l’operato di un prete diocesano novarese ordinato nel 1609 è di imprescindibile importanza chiarire e tenere ben presente che a reggere le sorti di una diocesi tanto complessa e di confine quale fu quella di Novara venne inviato un prelato di altissimo livello morale e intellettuale quale fu Carlo Bascapè, e che non ci furono azioni di riforma “o” di controriforma ma entrambe e contemporaneamente.
Si trattò di porre finalmente in essere e di rendere perfettamente operativi i nient’affatto facili dettami conciliari e di attuare rapidamente una serie di drastici, incisivi interventi formativi e riformativi del clero diocesano. Si dovette inoltre provvedere a rimodellare, ove opportuno, l’organizzazione e la distrettuazione diocesana sia a livello urbano sia a più ampio raggio39 nella irregolare struttura giurisdizionale-territoriale tenendo conto delle mutevoli, diversissime esigenze locali tenendo nel dovuto conto, ad esempio, le varie strutture e mentalità di uomini, donne e bambini dei piccoli centri di pianura, tra le risaie, e i minuscoli, sperduti villaggi tra le valli e le ardue cime innevate nelle zone montane della diocesi.
La figura e il ruolo episcopali si posero da subito, sullo scorcio del Cinquecento, in primissimo piano per l’obbligo delle visite pastorali40, dei sinodi diocesani, dello sviluppo dei seminari e delle scuole, capillarmente distribuite, per la dottrina cristiana41.
Insomma, una cattolicità in fase di ricompattamento. Ma si mirava soprattutto a riformare o, sia detto con chiarezza, a rigorosamente controllare ed eventualmente a reprimere? Compiti assai diversi eppure strettamente intrecciati, impegni difficili e cruciali entrambi che, in ogni caso, è bene valutare di volta in volta, localmente, caso per caso, con estrema attenzione al particolare contesto storico e allo spazio geografico cui ci si riferisce.
Certo, è evidente che così facendo si rimescolano le carte e il gioco non si fa più così chiaro, schematico e lineare. Non è quindi più possibile affermare con nettezza e automaticità che una certa epoca coincida con un particolare momento di
38 Se ne veda la cronaca in E. Lomaglio, La ‘Novaria’ di Giovanni Battista Piotti (1557), Fondazione Achille Marazza, Borgomanero 1983, p. 125 ss.
39 Per comprendere tali mutazioni sono di fondamentale importanza le decine e decine di visite pastorali effettuate nel periodo e conservate in ASDNo, I, 1.
40 Sull’importanza delle visite dell’Ordinario per lo studio dell’azione pastorale dei vescovi, della geografia amministrativa delle diocesi e del più generale complesso di attività di governo episcopale, tra spiritualità e secolo nei secoli che vanno dal tardo medioevo alla piena età moderna cfr. Fonti ecclesiastiche per la storia sociale e religiosa d’Europa: XV-XVIII secolo, a c. di C. Nubola e A. Turchini, Bologna 1999.
41 T. Deutscher, La formazione dei parroci a Novara dopo il Concilio di Trento, in “Novarien.” 12 (1982), p. 91 ss., S. Pagano, La formazione del clero novarese operata dal vescovo Carlo Bascapè, in Carlo Bascapè sulle orme del Borromeo. Coscienza e azione pastorale in un vescovo di fine Cinquecento, Novara 1995, p. 243 ss., P.G. Longo, La Chiesa novarese tra XVI e XVIII secolo, in Diocesi di Novara, a c. di L. Vaccaro e D. Tuniz, Brescia 2007, p. 209 ss. in partic. p. 230 ss. Riguardo alle Scuole per la dottrina cristiana si vedano più oltre, in queste note, i riferimenti agli studi di Xenio Toscani e, proprio per la diocesi novarese, di Daniela Sironi.

























































































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