Page 12 - AIUTARE LE ANIME ET IL GOVERNO EPISCOPALE
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determinare, nella riottosa, ambigua aristocrazia italica, non soltanto improvvisi spostamenti di fronte nell’alleanza con le monarchie di Spagna e di Francia, quanto inaspettate aperture o chiusure alle deprecate, condannate, censurate novità dottrinali provenienti dall’Europa settentrionale.
In questo senso il caso di Venezia è emblematico e, proprio nel periodo qui preso in considerazione, tra la fine del secolo XVI e il primo decennio del XVII, si poté assistere ad un progressivo e parossistico aumento della tensione tra Santa Sede e governo della Serenissima, in un crescendo drammatico di contrapposizioni e ritorsioni poltico-diplomatiche che portarono, all’acme della crisi, al celeberrimo interdetto della Repubblica di s. Marco18 e alla polemica compilazione dell’Istoria del Concilio Tridentino19 da parte del Servita fra’ Paolo Sarpi, rigoroso consultore in jure della Serenissima nella controversia con i Gesuiti e con papa Paolo V20: un Sarpi che, con i suoi scritti, non era solo in aperta ostilità con il comportamento e le direttive politiche propugnati dalla Chiesa romana ma era apertamente e ormai ostentatamente filoprotestante21.
La risposta del papato alla nuova situazione venutasi a creare in Europa e come si dirà anche in Italia con l’espandersi del pensiero riformato, si venne progressivamente concretizzando e articolando a più livelli e, non senza immani sforzi intellettuali e organizzativi, su più fronti. Il nemico da combattere era stato perfettamente individuato e, dopo anni di duro lavoro, si era creato un sistema per colpirlo e renderlo inoffensivo.
Il pericolo era nelle idee e nelle parole. Un pericolo concreto, ampiamente e sinistramente noto22. Era nella multiforme varietà, capacità ed incisività dei tanti
18 Nella biblioteca di don Francesco Quagliotti, della quale si dirà a suo tempo, era presente – a riprova dell’importanza dell’attualità politica nell’azione pedagogica, oltre che nel proprio bagaglio di informazioni, del teologo e rettore di S. Cristina – anche il celebre trattatello bellarminiano Risposta del card. Bellarmino a due libretti, uno de’ quali s’intitola risposta di un Dottore di Theologia, ad una lettera... sopra il breve di censure ella santità di Paolo V publicate sopra li sig. venetiani, et l’altro trattato, et resolutione sopra la validità delle scomuniche di Gio. Gersone, in Roma et in Cremona, appresso Christoforo Draconi & Barucino Zanni, 1606.
19 La prima edizione della più nota opera sarpiana, Petri Suauis Polani Historia Concilii Tridentini libri octo, ex italicis summa fide & accuratione latini facti..., Augustae Trinabantum [ma Londra, presso B. Norton e J. Bill, con la trad. di A. Newton, M.A. de Dominis e W. Bedell] 1620, venne pubblicata clandestinamente, contro la sua volontà e con lo pseudonimo – per scurezza - di Pietro Soave Polano (anagramma di Paolo Sarpi veneto, che l’aveva terminata appena l’anno prima) grazie soprattutto all’azione del transfuga dalmata Marcantonio de Dominis, già arcivescovo di Spalato – particolare di evidente importanza - e allora esule in Inghilterra per aver anch’egli aderito alla riforma; dell’Istoria sarpiana si veda l’edizione a c. di C. Vivanti, 2 voll., Torino 1974. Va sottolineato che una copia dell’opera, in una bella edizione settecentesca - la Istoria del Concilio tridentino... con note critiche, istoriche e teologiche di Pietro Francesco Le Courayer, tomo primo [e secondo], in Londra, alle spese dei Fratelli De Tournes 1757 - è tuttora reperibile nella biblioteca dei RR.PP. Oblati di Novara.
20 Oltre alla densa introduzione di C. Vivanti all’edizione dell’Istoria sarpiana per i tipi della Einaudi (cit., Torino 1974), importanti considerazioni in G. Benzoni, Venezia nell’età della Controriforma, Milano 1973, p. 66 ss., 70 ss.; un quadro più generale invece in La Chiesa di Venezia tra Riforma protestante e Riforma cattolica, a c. di G. Benzoni, G. Cozzi, S. Mason Rinaldi, Venezia 1990. Un’attenta, approfondita, mirata analisi è quella di V. Frajese, Sarpi scettico. Stato e Chiesa a Venezia tra Cinque e Seicento, Bologna 1994; cenni ulteriori, specie sui rapporti tra stato (di antico regime) e Chiesa, con G. Cozzi, Venezia Barocca. Conflitti di uomini nella crisi del Seicento veneziano, Venezia 1995. 21 Il suo pensiero politico (ma anche filosofico e religioso) è reperibile grazie alla pubblicazione dei principali scritti su argomenti diversi e scottanti in P. Sarpi, Opere, a c. di G. e L. Cozzi, Milano-Napoli 1969.
22 Il ‘pericolo’ luterano era già diffusamente percepito in Italia dai primi anni Venti del XVI secolo: l’ex Agostiniano Lutero, era ormai indicato quale “pseudoprofeta” ed era noto anche quale “monstro di Sassonia” rappresentandolo iconograficamente come un mostruoso aborto deforme sia su stampe volanti sia sui primi, sporadici scritti di propaganda antiluterana: cfr. O. Niccoli, Profeti e popolo nell’Italia del Rinascimento, Roma-Bari 1987, in partic. p.