Page 6 - Bollettino Novembre - Dicembre 2020
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                Conosciamo il Sacro Monte
LA FACCIATA DELLA BASILICA
L’esecuzione dell’opera (1891-1895) Segue da pagina 5
dificazioni...essendo ora il progetto quale si eseguirà di piena mia soddisfazione”. E il parere dei committenti e dei responsabili del Sacro Monte non conta. Aggiunge poi che le opere che realizza non corrispondono mai nei dettagli al progetto primitivo, cosa che accade”a tutti gli architetti veramente coscienziosi e che hanno sentimenti artistici veramente elevati; ed è naturale, il concetto generale di un progetto d’arte, lo si può im- provvisare, il dettaglio invece che è quella parte ove si sente l’artista deve essere studiato e molto studiato”.
Un complesso di scuse, giustificazioni, un po’ di ri- sentimento, ma anche non poco apprezzamento di se stesso. Molto dunque viene svelato; viene chiarito da questa lettera.
I lavori quindi proseguono con notevole ritardo fino al 96 con le correzioni apportate dall’autore e senza al- cun altro inconveniente.
L’opera viene completata, come previsto con l’acces- so marmoreo, realizzato con una composizione sceno- grafica di notevole effetto, a risolvere il problema di collegamento tra l’orizzontalità della Piazza ed il verti-
calismo piatto della parete candida della facciata, oltre a smorzare la contrapposizione molto marcata con I due edifici terminali della stessa piazza. Si tratta indub- biamente della soluzione più felice, più riuscita.
Non è sufficiente a creare continuità la marmorea scalinata centrale, che scende allargandosi con anda- mento semipoligonale; ci vuole un legame, una soluzio- ne più armoniosa e più completa; quasi un abbraccio ideale. Il Ceruti, richiamandosi alla sua scenografica ed ariosa composizione architettonico-urbanistica, di più di vent’anni prima, per la Bollente di Acqui, una delle opere che ne svelarono la personalità e la genialità,(e che si rifaceva alle due rampe a tenaglia del Vignola per la villa Farnese di Caprarola) con le due braccia a semicerchio, che dall’edicola centrale si protende in discesa verso la fonte, ne riprende e ne sviluppa l’im- postazione, come si vede in uno dei disegni varallesi riguardanti solo l’accesso. Anche a Varallo infatti pro- tende, dilatando le due rampe semicircolari, arricchite da balaustre marmoree, come due braccia accoglienti ad invitare I fedeli ed a collegare con garbo ed eleganza il fondale candido della facciata con le due costruzio- ni preesistenti, le due quinte laterali, costituite dalle Cappelle del Calvario sulla destra e dalla Porta Aurea con casa Parella a sinistra. Si crea così un colloquio, un rapporto, una continuità col duplice risultato di acco- gliere e di collegare. Ma si ottiene anche un armonioso rapporto con I ritmi curvilinei che con andamento on- dulato contro l’azzurro del cielo, contraddistinguono la sagoma complessiva della facciata, da quelli concavi, al posto delle solite vedute, di raccordo tra la zona infe- riore e quella sovrastante, su fino al lunettone, o fasti- gio di coronamento.
Il tocco finale, ma anche l’elemento più vistoso e ap- pariscente è costituito dalle parti figurative: mosaici e porte bronzee. I mosaici, mai visti in Valsesia, rilucenti su fondo oro, dovuti a maestranze veneziane, campeg- giano entro elaborate cornici marmoree, raffiguranti immagini di santi. Le tre maestose porte bronzee con scene tratte dall’Antico Testamento, modellate con intensa drammaticità dallo scultore varallese Leone Antonini, unica presenza valsesiana in tutto il cantiere, costituiscono una novità assoluta, non solo per la valle e per tutta la diocesi novarese, ma penso in quegli anni forse per tutto il Piemonte. Anzi, nella stessa Milano, dove risiedeva il Ceruti, le ricchissime porte bronzee del portale Maggiore del Duomo, vengono realizzate da Ludovico Poliaghi solo tra il 1894 e il 1908: in ritar- do rispetto a Varallo! •
   AVE MARIA
Sgrano piano piano il rosario, Ave Maria... l’organo suona e mentre all’esterno il sole a picco segna gradi da sudare, entrando in Basilica si incontra un quieto ristoro.
Molti, appena entrati, si bloccano sulla soglia e stupiti al- zano lo sguardo verso la cupola illuminata, altri si siedono e sostano avvolti dall’armonia e appagati dalla bellezza. Vedo e percepisco chi prega, chi piange, chi sta fermo in silenzio e si lascia guardare. Ave Maria, prega per noi, a ciascuno dedico un’Ave: alla nonna con la nipotina, ai due innamorati che entrano tenendosi per mano e scen- dono, sempre per mano, dalla Vergine DORMIENTE. Ave Maria... anziani soli, gruppetti familiari, badanti ortodosse che si fanno 3 volte il segno della croce. Molti sostano a lungo, altri il tempo di fare una foto, per ciascuno di loro la visita è come una carezza di quiete e di pace. Ave Ma- ria, prega per noi, perché varcata la Tua soglia, là fuori, e forse anche nel cuore c’è tempesta e sempre l’insidia di un serpente. Solo con TE si può vincere. •
  Sito ufficiale: www.sacromontedivarallo.org. - Amm. Vescovile diocesi Novara
Novembre / Dicembre • 2020
Casimiro Debiaggi
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