Page 11 - Bollettino Novembre - Dicembre 2020
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                Romagnano e il Sepolcro di Varallo - Ultima Puntata
LA SACRA RAPPRESENTAZIONE DI ROMAGNANO
E IL ‘SEPOLCRO DI VARALLO’: PUNTI DI CONTATTO
 5 - DON CARLO TONNA, PREVOSTO DI ROMAGNANO E IL SACRO MONTE
C’è un legame curioso poi tra Romagnano e il Sacro Monte.
Entrando nella casa degli Oblati (già convento fran- cescano) subito appare un armadio, anzi una piccola biblioteca con una iscrizione, una dedica : “Praeposito Carolo Tonna Ethologiae ac Bibliothecae Munificentis- simo Largitori legentes et Proficientes Grata vota repen- dite.” (un invito a coloro che leggono a rendere lode al generoso prevosto Carlo Tonna ).
Un bellissimo mobile appartenuto dunque a don Carlo Tonna, parroco di Romagnano dal 1790 al 1826, originario della Valdossola. Questo mobile fa parte , probabilmente, del lascito a favore degli oblati attraverso un testamento, un testamento travagliato impugnato da Margherita Tonna, perpetua o sorella di don Carlo. Il rettore di allora scriverà “Dal tempo che mi fu intimata la citazione (da parte di Margheri- ta Tonna a Torino in tribunale) non ebbi più quiete di cuore né giorno né notte ma fui sempre disturbato anche, povero me!, nell’occasione delle mie spirituali azioni...
Don Tonna entra in pieno, a mio parere, nel tema delle Sacre Rappresentazioni romagnanesi anche per- ché , con una sua lettera del 24 marzo 1820 al vescovo di Novara card. Morozzo, descrive dettagliatamente come avviene la processione. La relazione tendeva a
La lapide scolpita
“IL PIISSIMO CARLO MARIA TONNA PREPOSTO DI ROMAGNANO
L’ANNO MDXXXV
DOTAVA DI ESIMIA RENDITA QUESTA PIA CASA
PREGANDO INSIEME
CHE I RR. SACERDOTI CHE I DEVOTI SECOLARI CHE PER LA BENEFICA DI LUI PIETA’
VI GODONO GRATUITO POSTO VOLESSERO A DI LUI INTENZIONE
NE CORSO DE’ SS. ESERCIZJ APPLICARE I PRIMI TRE MESSE CIASCUNO
E RECITARE GLI ALTRI OGNI SERA
IL SALMO MISERERE
A RICORDARE IL DEBITO
DI SI GIUSTO TRIBUTO DI GRATO ANIMO ALL’EGREGIO BENEFATTORE
IL CORPO DEGLI AMMINISTRATORI
DEL V. SANTUARIO
FACEVA QUESTO RAGGUAGLIO SCOLPIRE”
Dipinto del Grassi
rassicurare le autorità religiose e civili circa le finalità religiose, devozionali del Venerdì Santo, manifestazio- ni che nell’epoca, il più delle volte erano appena tolle- rate, se non osteggiate, per una forma di religiosità che poteva sfociare in una semplice festa popolare.
A proposito di don Tonna va ricordata una impor- tante lapide che lo riguarda proprio all’entrata della sala cappella, all’interno dell’attuale albergo del Pelle- grino, cappella dove in precedenza si trovava l’ultima cena.
La lapide richiama un atto fondamentale compiuto dal Tonna in favore del Santuario: si tratta di “10 piaz- ze gratuite annuali, alternativamente per ecclesiastici e laici, i quali svolgano gli Esercizi Spirituali al Sacro Monte.”
Il documento - come si legge nel Bollettino del San- tuario del novembre- dicembre 2003 -, rogato a Varallo l’11 giugno 1805, sotto il Regno d’Italia, dal notaio Ge- rolamo Bevilacqua, vincola a precise condizioni un la- scito in capitali fruttiferi per la bella cifra di lire 20158 e mezza di Milano. Significava la sopravvivenza della Casa degli Esercizi.
Ma bisogna parlare anche più direttamente del rap- porto di don Tonna con gli Oblati .
Era stato proprio il Tonna a perorare la causa del loro invio al Sacro Monte di Varallo presso il Vescovo di Novara ( card. Morozzo), mentre questi stava valu- tandone la possibilità. Gli aveva scritto il 20 febbraio 1818, presentando le ragioni ideali e pratiche, rilevan- do la possibilità di ospitare 4 oblati per il servizio e due per le missioni. Concludeva infine con la volontà di gettarsi ai piedi del Cardinale per ottenere una decisio- ne favorevole.
Il rapporto con gli Oblati dovette essere particolar- mente cordiale se nel febbraio del | Continua a pag. 12
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