Page 5 - Bollettino Maggio - Agosto 2018
P. 5
Conosciamo il Sacro Monte
to aggettanti a protezione dalle intemperie, come in tante, umili chiese e chiesette della valle. Solo l’ampia finestra centrale interrompeva in parte la monotonia e la piattezza della parete, oltre a dar luce all’interno, mentre alla base si aprivano le tre porte, tuttora esisten- ti, di cui quella centrale (La Porta Maggiore) più ampia e forse ornata da una cornice più ricca delle due laterali, come pare di potere intravvedere in qualche incisione, sormontata dallo stemma sabaudo con corona reale, affrescato, secondo il Galloni, già nel 1712 o nel 1720, e ridipinto da Antonio Orgiazzi il Vecchio nel 1736 in omaggio ai sovrani, diventati alti patroni del Sacro Monte nel 1708.
Ai lati, più bassi dal corpo centrale, ed appena appena arretrati, come due appendici, emergono i volumi mi- nori delle cappelle laterali, delimitati ciascuno da due lesene doriche, di cui una sullo spigolo, in continuità con quelle che scandiscono ancora oggi le pareti latera- li, o fiancate esterne della basilica, quasi a suggerire un accenno, un anticipo di decoroso compimento all’in- tera facciata in perfetta unità stilistica. La presenza di queste lesene, realizzate senza dubbio insieme a tutta la costruzione (non risulta infatti che lungo il corso del Settecento vi siano stati degli altri interventi sulla parete di facciata), rivela senza alcun dubbio, di trattar- si delle parti iniziali di una decorazione architettoni- ca, sobria, ma dignitosa, già prevista fin dall’inizio per dare compimento a tutta la parte frontale, secondo un progetto allora ben noto, da tempo considerato come ovvio, concepito unitariamente e contemporaneamen-
te all’intero edificio sacro. È quindi logico ritenere che si tratti dello stesso disegno iniziale della facciata, trac- ciato, come credo di aver dimostrato nelle precedenti puntate, dai due fratelli Enrico e Giovanni d’Enrico nel 1614, progetto mantenuto inalterato nella lenta realiz- zazione dell’edificio nel corso di un secolo.
Il rilievo della facciata
Questa situazione è confermata e descritta con ri- gorosa esattezza in un disegno anonimo della pianta e dell’alzato di “Metà della presentanea Facciata della Chiesa Maggiore”, databile alla prima metà del secolo XVIII, eseguito a penna e colorato in grigio, in scala di braccia milanesi, conservato nell’Archivio del Sacro Monte, presso la Sezione di Varallo dell’Archivio di Stato.
La Stefani, quasi quarant’anni or sono suppose che il disegno, o meglio, il rilievo, potesse risalire al 1712, appena terminata la muratura e tolti i ponteggi ester- ni, prima che vi venisse affrescata sulla porta centrale l’arma di Carlo Emanuele I di Savoia, elemento però del tutto trascurabile per un rilievo architettonico. Più recentemente si è pensato che si potesse trattare di un primo progetto di facciata realizzato subito dopo l’ultimazione della parete frontale che prevedeva “un paramento lapideo sobriamente scandito da paraste doriche”. In verità di un “paramento lapideo” non esi- ste nessun indizio, e come si è visto non si tratta di un progetto, essendo grezza e totalmente priva di elementi architettonico-decorativi la muratura della parte
Maggio/Agosto • 2018
5