Page 5 - Bollettino Novembre - Dicembre 2017
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Conosciamo il Sacro Monte - n. 6 - Primo capitolo
Maggi, ed anche alle strutture per quanto più modeste, su cui si ergerà, dopo il 1630, la chiesa di sant’Anna a Montrigone di Borgosesia. Del resto, già per la cappel- la della Strage degli innocenti, i tre fratelli d’Enrico nel 1566 avevano dovuto affrontare lo stesso problema, anche se in proporzioni più contenute.
La morte del Bascapè
Muore intanto monsignor Bascapè (1615) e gli suc- cede il cardinal Taverna. Nella relazione della sua visita al Sacro Monte nel settembre 1617, tre anni dopo la posa della prima pietra, per quanto riguarda il cantiere della chiesa nuova, il cardinale constata che si costrui- sce “magno sumpto”, cioè con grande spesa (ed era pre- vedibile data l’esigenza di fondamenta tanto poderose ed estese) e con grande dispendio della fabbrica (cioè della fabbriceria), non essendo sufficienti le elemosi- ne per la costruzione. Laconicamente nota che sono state costruite solo le fondamenta della cappella mag- giore, della sacrestia e del campanile. La sorpresa è che si parli della fondamenta del campanile, di cui non si aveva nessuna notizia in tutta la letteratura vastissima sul Sacro Monte, ma che evidentemente doveva esse- re compreso nel progetto dei due d’Enrico. Certo, col senno di poi, progettare una chiesa importante senza il campanile era qualcosa di incompleto. Dove poteva es- sere stata prevista la futura torre campanaria? Ritengo alla sinistra del presbiterio; le fondamenta, quasi cer- tamente, devono identificarsi con quello del secondo vano affiancante il piano scantinato, futura cripta della cappella maggiore, a cui si è accennato nella puntata precedente, chiaramente visibile in tutte le incisioni e xilografie del Seicento, e facente ovviamente parte della planimetria originaria. Né è pensabile che fosse previ- sta in facciata, dato che la relazione della visita vesco- vile specifica che sono state poste le fondamenta solo dalla parte posteriore della chiesa (cappella maggiore, coro, sacrestia ed appunto, torre campanaria).
Dalla visita del cardinal Taverna si passa ad otto anni dopo, ed un solo compromesso tra fabbricieri e mastri costruttori, datato 26 ottobre 1625, in cui si stabilisce che questi ultimi “siano obbligati fare la muraglia nel- la forma disegnata da m(ast)r(o) Bartolomeo Ravelli”. Stando al Galloni, tale documento confermerebbe che il Ravelli era stato il progettista di tutta la chiesa nel 1614. Ma è evidente che qui si tratta solo di innalza- re “la muraglia”, ossia la parete secondo il suo disegno, cioè di una variante, o modifica o rafforzamento delle pareti, resosi necessario in fase costruttiva ad undici anni di distanza dal progetto originario, tenendo conto dei grossi problemi, forse degli imprevisti connessi alla
costruzione delle fondamenta della zona absidale in pendio.
Tre anni dopo, il 22 agosto 1628, il vescovo Giovanni Pietro Volpi nella sua visita al Sacro Monte, nota che la cappella maggiore, ossia presbiterio ed abside della fu- tura basilica, è costruita quasi fino all’altezza dell’inizio dell’arco,non specificando però se della zona dell’at- tuale abside o del presbiterio (ossia dell’arco trionfale, sul quale dovrà impostarsi la futura cupola, che verrà fasciata dalle strutture murarie parallele pipede, occul- tandola quindi all’esterno.
La costruzione non si è sviluppata dunque molto in altezza, ma sono state anche gettate le fondamenta dei due campanili, delle due sacristie e di parte della futura navata.
I campanili dovevano essere due
A questo punto lo stupore si rinnova , vorrei dire , si raddoppia. Se con la relazione della visita del cardi- nal Taverna si era scoperto la presenza nel progetto di un campanile, qui, ora, undici anni dopo, si constata che i campanili dovevano essere due, simmetrici, evi- dentemente a destra e a sinistra del presbiterio, come le due sacristie, ossia le due aule gemelle, anch’esse ai due lati dell’attuale presbiterio, di cui quella di destra oggi funge da antisacrestia. I due campanili avrebbero dunque dovuto sorgere subito dietro alle due sacre- stie. La relazione sembra seguire nelle sue descrizioni un ordine planimetrico logico: prima le fondamenta dei due campanili retrostanti (di cui quello di sinistra identificabile, come si è già detto, in varie,incisioni e xilografie), quindi le fondamenta delle due sacrestie (pure identificabili nelle strutture alla destra delle fon- damenta del campanile), infine, più avanti, più a destra ancora (sempre nelle vedute seicentesche), le fonda- menta della navata.
Novembre/Dicembre • 2017
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