Page 4 - Bollettino Settembre - Ottobre 2018
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Conosciamo il Sacro Monte
LA FACCIATA DELLA BASILICA
Il progetto del marchese Cagnola
Passata la bufera rivoluzionaria, crollato l’impero napoleonico, nel 1814 si ritorna alla normalità con la restaurazione del governo sabaudo. A cavallo tra i due secoli al Sacro Monte si era solo riusciti a terminare nel 1804 dopo ben trentun’anni, la costruzione della Casa per gli Esercizi Spirituali, iniziata, al posto della Chiesa vecchia, fin dal 1773.
Ora si a accia pressante il problema secolare della facciata per completare in modo adeguato la Chiesa Maggiore e dare così  nalmente degna conclusione a tutta la Nuova Gerusalemme.
Può destare sorpresa che questa volta non ci si ac- contenti di rivolgersi ad un progettista della valle e neppure della capitale, come il Massone, ma ad uno degli esponenti più prestigiosi, più celebri, più in vi- sta in quei decenni nel campo dell’architettura, non solo italiana, e per di più, appartenente ad un altro stato, al Lombardo-Veneto, tornato sotto il domi- nio austriaco: il marchese, architetto Luigi Cagnola (1762-1833), che ha legato il suo nome soprattutto all’imponente Arco del Sempione, o della Vittoria a Milano, iniziato in onore di Napoleone nel 1807, poi interrotto alla sua caduta e ripreso solo nel 1826, sotto gli Asburgo, come Arco della Pace. Come mai
una scelta così impegnativa ed importante? La solu- zione è molto più semplice di quanto si possa pen- sare.
Come si è arrivati al grande architetto
Nel 1794 il marchese Felice d’Adda (1756-1798) sposa la marchesina Margherita Cagnola (1772- 1830) (sorella appunto dell’architetto Luigi) dalla quale ha due  gli: Francesca nel 1794 e Paolo nel 97. Qui dunque un primo, fondamentale rapporto di parentela tra il Cagnola e la famiglia che per secoli fu la più benemerita verso il Sacro Monte. Rimasta ve- dova già nel ‘98, Margherita deve aver trovato un va- lido appoggio nel fratello. Più avanti sua  glia, Fran- cesca d’Adda (1794-1877) sposerà in prime nozze nel 1816 il ben più anziano zio, l’Architetto Luigi Cagnola, fratello, come si è visto, della madre. Si crea così un duplice, fortissimo legame di casa d’Adda col marchese Cagnola, e di conseguenza un suo com- prensibile contatto diretto con l’ambiente varallese e con l’a ascinante complesso del Sacro Monte, che domina e contraddistingue la piccola capitale della Valsesia. Una relazione quindi assai più stretta di quanto si potesse immaginare con l’ambiente varal-
TRENT’ANNI FA MORIVA MONS. FASOLA
Padre Fasola al centro accanto a Mons. Gremigni a destra e a padre Bracchi a sinistra.
Sono passati trent’anni dalla morte di Mons. Francesco Fasola, che fu Rettore al Sacro Monte dal 1943 al 1946. Tralasceremo tutti i vari ruoli che gli sono stati affidati, fino a diventare arcive- scovo di Messina. Vogliamo solo cercare di ricordare quegli anni, difficili, trascorsi qui al Santuario. Sfogliando il bollettino, nel giu- gno 1946, vediamo richiamato il XXV° di sacerdozio con queste parole: “Il 29 giugno prossimo segnerà il XXV° di sacerdozio del rev. mo Rettore del S. Monte, padre Francesco Fasola. Al canto dell’inti- ma gioia del di lui Cuore Sacerdotale ci uniremo noi tutti, fondendo
insieme le preghiere della riconoscenza al S. Cuore di Gesù ed alla Regina degli Apostoli e levando insieme i cantici della letizia spiri- tuale. Venticinque anni densissimi di apostolato, svolto specialmen- te fra i giovani, rappresentano una copiosa messe ed una sicura ca- parra di bene che andrà moltiplicandosi negli anni venturi, lunghi, lieti e benedetti come noi auguriamo al Festeggiato.” Son parole quasi profetiche per quella che sarà la vita sacerdotale ed episco- pale di Mons. Fasola.
L’allora Rettore sul Bollettino illustrava le varie iniziative e sapien- temente educava alla perseveranza e alla fede vissuta. Ci piace ri- cordare una iniziativa nata in quegli anni (esattamente nel 1943), ossia la festa dei santi Marco e Marcello, le cui reliquie si trovano sotto l’altare dello scurolo. Non pensiamo di sbagliare se attribuia- mo al dinamismo di padre Fasola questa festa. Scrive il padre nel bollettino dell’ottobre del 1945: ”In ottobre tornerà la festa dei Mar- tiri le cui sacre ossa hanno trovato riposo sotto l’altare dello Scurolo: i SS. Marco e Marcello. Da due anni li onoriamo la terza domenica d’ottobre. Queste ricorrenze hanno lo scopo di onorare quei cristiani generosi che hanno pagato col proprio sangue la fedeltà a Cristo.” Scorrendo sul Bollettino di quegli anni I suoi interventi ai “Miei cari Amici del S. Monte” cogliamo tutta quella che sarà la sua vita di generoso, concreto, semplice, entusiasta operaio della Vigna del Signore.
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Settembre/Ottobre • 2018
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