Page 9 - Bollettino Ottobre - Dicembre 2019
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lari, dediti in modo specifico al
servizio pastorale e alla diffu-
sione della dottrina cattolica,
così come era stata confermata
dal Concilio di Trento. Tra i
primi Oblati ci furono molti
membri del clero valsesiano. Il
vescovo Bascapè scriveva che
la Congregazione degli Oblati
nasceva a salvezza delle anime,
ad esempio per i laici e per gli
altri sacerdoti, ad imitazione
dell’antica disciplina del clero,
in stretta comunicazione con
il Vescovo, descrivendo i Padri come dei “trascinatori”. Nella vita della Congregazione ci furono anche momen- ti bui: il vescovo di Novara, Gilberto Borromeo, nel 1738 tolse ai Padri Oblati la cura dei Seminari, perché erano stati accusati di giansenismo (una corrente di pen- siero teologico, nonché politico-ecclesiastico, sviluppa- tasi nella Chiesa cattolica fra il 1600 e il 1800, secondo la quale l’uomo è indotto al male dalla propria concupi- scenza e solo nell’intervento della grazia divina può tro- vare approdo alla salvezza. La grazia non è concessa però a tutti gli uomini, ma solo a quelli che Dio ha stabilito nei suoi imperscrutabili disegni).
La presenza degli Oblati a Varallo risale ai primi de- cenni del Settecento, quando si installarono nella Cap- pelletta della Madonna delle Grazie, prossima al Sacro Monte, sorta a inizio Seicento in un luogo che fu tea- tro di un evento miracoloso: una prodigiosa fioritura di arbusti in un inverno particolarmente rigido e nevoso. In quella cappelletta, posta sull’antica strada percorsa anche dalle mandrie dirette verso Cervarolo, varallesi e pellegrini trovavano sacerdoti per il conforto religioso e per i Sacramenti. Con le soppressioni napoleoniche la cappelletta verrà venduta: oggi la Professoressa Giu- lia Fuselli è la custode di questo luogo sacro allo spirito dei Varallesi. Fin dall’inizio la presenza dei Padri Oblati dovette superare parecchie difficoltà ed incomprensio- ni, sia con il prevosto di Varallo che con la Comunità varallese, ma: “La Santità è il filo rosso che attraversa tut- ta questa lunga storia di testimonianza, fede, devozione e attenzione pastorale”. L’entrata ufficiale dei Padri Oblati al Sacro Monte, av-
venuta il 3 agosto 1819, fu una conseguenza di questa: “Presenza feconda, voluta dalla Provvidenza per far sì che il Santuario di Varallo crescesse con una spirituali- tà più adatta ai tempi”.
Con la fine del secolo dei Lumi, l’arrivo della bufera rivoluzionaria e la forma-
zione della Repubblica Cisal- pina, per gli oblati si aprì un periodo drammatico: la Con- gregazione venne soppressa all’aprirsi dell’800 e si riebbe solo nel 1818, grazie al so- pravvenuto avvento sabaudo, durante l’episcopato del card. Morozzo. Don Paolo Milani, Direttore dell’Archivio Dioce- sano di Novara, ha presentato i rapporti tra il Sacro Monte e il cardinal Morozzo, vescovo di Novara dal 1816 al 1842 che,
gestì il passaggio della cura spirituale del Santuario va- rallese ai padri Oblati, riferendosi al ricchissimo episto- lario, custodito nell’Archivio Diocesano di Novara, dal quale emergono i rapporti tra l’autorità vescovile, i padri Oblati, l’amministrazione civica e l’autorità civile, rap- presentata dalla dinastia sabauda e dal Senato di Torino (Il Santuario di Varallo godeva della regia protezione, se- condo le regie patenti del 1708). Il cardinale, in una lette- ra inviata il 16 febbraio 1819, rispondendo alla richiesta del regio Senato circa dei documenti riguardanti il Sacro Monte, richiamava la necessità di rinnovare gli accordi per la gestione del santuario, visto che sono “cangiate le circostanze della Valsesia” e quindi si auspica “che si dia un nuovo metodo per gli affari del santuario”. “L’implo- rato stabilimento di padri Oblati al Sacro Monte” viene permesso dall’autorità sabauda e al vescovo viene sotto- posta la bozza del Regolamento per fare le sue osserva- zioni. Il nuovo Regolamento, che ufficializza la presenza degli Oblati al Sacro Monte, approvato con Regie Paten- ti il 3 agosto 1819, formalmente presentato all’Ammi- nistrazione il 5 ottobre, normava scrupolosamente sia i doveri che i diritti dei padri Oblati, dei quali si prevede la presenza in numero di sei d’estate e quattro d’inverno (che si riveleranno poi insufficienti perché molti, liberi dai lavori della campagna, accorrevano al Sacro Monte per le confessioni). Lo stipendio doveva essere pagato dall’Amministrazione, tenuta anche a fornire la legna per il riscaldamento e a mettere a disposizione la “libre- ria”. Le chiavi delle cappelle e delle cassette delle elemo- sine erano dotate di due serrature: con chiavi conservate
l’una dal fabbricere, l’altra dal Rettore. Il vescovo Morozzo scriverà più volte a Torino per chiedere l’osservanza degli ob- blighi previsti dal Regolamen- to, lamentando la mancata ristrutturazione degli alloggi dei Padri Oblati, come era sta- to promesso all’insediamento. Tra i compiti degli Oblati c’e- ra anche | Continua a pag. 10
Prevosto Oblati
Ottobre / Dicembre • 2019
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