Page 10 - Bollettino Maggio - Agosto 2018
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Figure Sacerdotali Novaresi
SAN GAUDENZIO A 1600 ANNI DALLA MORTE - Parte II
Il cenobio di Vercelli
La seconda tappa del nostro percorso alla scoper- ta della figura di San Gaudenzio parte dal cenobio di Vercelli che, sotto la guida del santo vescovo Eusebio, andava raccogliendo giovani che si preparavano per diventare sacerdoti ed essere poi inviati a guidare le nascenti comunità cristiane del nostro territorio, allo- ra non ancora formalmente strutturato in diocesi nel senso odierno del termine.
Redazione della vita liturgica
La redazione della vita liturgica di Gaudenzio, filo rosso da seguire per tentare di conoscere qualche par- ticolare della sua esistenza seppur trasmesso attraverso categorie agiografiche del tempo, ricorda questi anni come un periodo di autentica formazione spirituale, caratterizzata dalla vita comune con gli altri presbiteri, dalla preghiera, sotto la regola proposta dal vescovo. Il contesto ecclesiale in cui Gaudenzio venne a trovarsi era quello caratterizzato dal grande dibattito relati- vo alla persona di Cristo, suscitato dalle posizioni del prete alessandrino Ario che non considerava il Figlio uguale al Padre nella sua divinità, dando origine ad una posizione eretica che va appunto sotto il nome di aria- nesimo. Nonostante la formale condanna della fede ariana nel concilio di Nicea, del 325, l’acceso dibatti- to continuò anche nei decenni successivi, fortemente condizionato dalle posizioni assunte, di volta in volta, dagli imperatori in carica.
Eusebio, come è noto, fu uno strenuo difensore del- la posizione cattolica, soprattutto dopo il concilio di Milano del 355, del quale egli si rifiutò di sottoscrivere gli atti essendo maggioritaria la parte ariana. In seguito a questa presa di posizione, l’imperatore Costanzo II condannò Eusebio all’esilio, in medio oriente, dappri- ma presso la città di Scitopoli, in Palestina e, successiva- mente, in Cappadocia ed infine nella tebaide egiziana. La tradizione vorrebbe che il giovane Gaudenzio avesse seguito il suo maestro, almeno in parte, in questo sof-
ferto pellegrinare, anche se il suo nome non è tra quelli che Eusebio menziona nelle lettere da lui inviate alle chiese del Piemonte.
Particolarmente importante per la nostra diocesi è quella inviata da Scitopoli, che documenta, per la prima volta, l’esistenza di una comunità cristiana a Novara. Purtroppo non esistono altre fonti che possano fornire un quadro più preciso della strutturazione della chiesa novarese, nè chi fosse stato il suo fondatore o ne fosse alla guida, tuttavia è questo un dato molto importan- te che colloca la nostra chiesa tra le diocesi piemontesi nate entro il IV secolo. Rientrato dall’esilio, Eusebio avrebbe ordinato Gaudenzio sacerdote, inviandolo proprio nella città tra la Sesia ed il Ticino per collabo- rare con Lorenzo, un prete che già stava diffondendo in loco il Vangelo.
La figura di Lorenzo
È forse questo il passaggio storicamente più intricato della vita del nostro patrono, stante la problematicità della figura di Lorenzo, restituita dalle fonti in modo differente. Se si considera la vita medievale del santo vescovo, Lorenzo andrebbe ritenuto un sacerdote che catechizzava la popolazione novarese e, in particolare, i ragazzi ed amministrava il battesimo in un luogo presso l’attuale chiesa romanica di Ognissanti. Stando alla
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