Page 5 - Bollettino Gennaio - Marzo 2019
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ca eseguita da Serafino Romerio e conservata presso il Museo di Varallo. Se non che lo stesso Durio, nell’ag- giornamento al suo testo, del 1943, deve constatare che nel frattempo purtroppo, l’originale è andato perduto.
Fortunatamente però lo possiamo conoscere attra- verso ben due repliche, morto ormai l’autore, fatte nel 1884 dal giovane Serafino Romerio, nato a Varallo nel 1865, fratello del più noto canonico don Giulio Rome- rio, ed allora allievo diciottenne della Scuola di Dise- gno, quasi sicuramente come esercitazione o prova di esame.
Progetto Tosetti
La prima copia, non finita, in parte acquerellata, in parte solo disegnata, reca in basso la scritta Progetto di facciata della Chiesa del Sacro Monte del Prof. C. Fri- giolini, riproduzione non ultimata di Serafino Rome- rio, ed è conservata presso il Museo del Sacro Monte.
La seconda, pure in deposito presso lo stesso Mu- seo, finita in bella copia, all’acquarello, reca tre scritte: al centro l’intestazione Progetto di decorazione per la chiesa del Santuario di Varallo, a sinistra, su di una targhetta applicata in seguito Prospettiva scenografica e disegno geometrico industriale (pittura all’acquarel- lo)/ I° Premio con lode / Romerio Serafino di Varal- lo; a destra a penna Romerio Serafino fece nel 1884 / dall’originale del Prof. Carlo Frigiolini.
Il progetto del Frigiolini, singolarmente non colto di fronte, come di norma, ma impostato di sbieco, da si- nistra verso destra, e privo di planimetria, propone una struttura articolata e mossa, scandita da un doppio or- dine di lesene corinzie, ora singole, ora accoppiate, con- chiusa dal consueto timpano centrale, dotato di statue.
Lo contraddistinguono i due corpi laterali reggenti balaustre, ma soprattutto l’emergere di un grandioso pronao tetrastilo, architravato, l’elemento di maggior spicco, di maggior impatto, recante nel fregio la dedi- ca MARIAE SIDERIBUS RECEPTAE, come già nel progetto del Cagnola, conchiuso non da un tetto, ma da un’ampia terrazza, delimitata da una balaustra di particolare effetto decorativo.
Ne risulta una facciata architettonicamente elegante, originale, dotata di un equilibrato gioco di luci ed om- bre, di gusto aggiornato, tipico dell’eclettismo caratte- ristico dell’epoca, lontano ormai dalla freddezza e dalla rigidità neoclassica.
Lascia un po’ perplessi, forse a causa dell’impo- stazione diagonale del disegno, l’eccessivo sviluppo dell’ordine inferiore col monumentale atrio di altez- za quasi doppia rispetto all’ordine superiore, che pare penalizzato e immiserito. Lo schema generale sembra richiamarsi come spunto e per il terrazzo, alla chiesa di S. Maria della Misericordia al cimitero del Verano a Roma, di Virginio Vespignani, da poco terminata e certo resa nota attraverso riproduzioni fotografiche ed articoli di giornali e riviste.
Progetto Tosetti
Appena posteriore al progetto del Frigiolini, se è, come si tramanda, del 1870 circa, deve essere quello di Giovanni Antonio Tosetti, comunemente ritenuto del 1871.
Se il pittore Frigiolini è stimato insegnante di dise- gno, prospettiva, ornato e di stili architettonici nell’ap- prezzata Scuola di Disegno di Varallo, e quindi com- petente come progettista, il Tosetti invece, nato ad Ara nel 1852, è solo un promettente giovane dicianno- venne, allievo, prima, dell’ istituto varallese, e poi dell’ Accademia Albertina di Torino. Se il suo progetto è veramente del 1871, come si tramanda, stupisce per- ché in realtà lo si direbbe di una personalità più ma- tura. Come scrisse il Manni “favorito dal suo ingegno sveglio e versatile si era poi dedicato specialmente alla pittura decorativa”, morendo a Novara già nel 1892. Il progetto, troppo criticato dal Manni, segna però il ravvivarsi dell’interesse per il problema e risulta per il giovane artista una proposta ardita e coraggiosa. Par- tendo dallo schema delineato dal Frigiolini, reso con più evidente sobrietà, eliminando le lesene, vari orna- menti, le balaustre laterali e con un rapporto più pro- porzionato tra ordine inferiore e superiore, è il primo progetto a presentare una loggia, dotata di tre arcate, di cui quella centrale più ampia ed a sesto ribassato, sovrastante il pronao architravato, creando cosi un’im- postazione nuova, più autonoma ed originale, ed anche strutturalmente più complessa. Così questo progetto, a prima vista senza pretese, avrebbe potuto risultare il più adatto per inserirsi in modo discreto nel conte-
Gennaio/Marzo • 2019
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