Page 4 - Bollettino Gennaio - Marzo 2019
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Conosciamo il Sacro Monte
LA FACCIATA DELLA BASILICA
Dopo il Cagnola - I successivi progetti del secondo Ottocento
Il grande sogno del marchese-architetto Luigi Cagnola, accantonato e rimpianto per l’impossibilità finanziaria di poterlo realizzare, invece di risolvere il più che seco- lare problema della facciata monumentale del Tempio Maggiore, lo ha solo procrastinato.
Continuano a spiccare sulla vasta scalea antistante alla chiesa, quasi come una nota dolente, un rimpian- to, o un invito inascoltato, le quattro vistose basi delle colonne maggiori a richiamare l’attenzione, ma soprat- tutto a sottolineare l’esigenza di prendere di petto e di risolvere finalmente la situazione. Sembra invece che si cerchi quasi di sfuggire al compito gravoso, di non avere il coraggio di affrontarlo e di eluderlo pensando e provvedendo ad altre imprese meno impegnative: all’ingrandimento di casa Valgrana, all’erezione dei due sontuosi pulpiti della stessa Chiesa Maggiore, al prolungamento della Casa Parella, ecc., grazie al mece- natismo della signora Vigliardi Paravia.
Un vuoto da colmare
Cosi, per quasi mezzo secolo si crea un vuoto che nessuno tra gli amministratori del Santuario e tra gli architetti valsesiani, pensa a colmare. Aleggia sempre l’ombra del progetto Cagnola. Non ci pensa il Gegna- ni, che muore già nel 1849, né Giuseppe Marchini, autore della ben nota planimetria del Sacro Monte del 1816, ancora attivo nel ‘45, né i due fratelli architetti Luigi e Costantino Vigitello, molto attivi e stimati a Torino (il primo deceduto già nel ‘38, il secondo nel ‘56), né tanto meno il più celebre di tutti, Angelo Mar- chini, figlio di Giuseppe, autore di importanti edifici pubblici a Torino e docente d’ingegneria in quell’uni- versità (morto nel 1870).
Il progetto Frigiolini
Ma forse, proprio attorno agli anni Settanta, final- mente qualcosa si muove grazie al nuovo Consiglio d’Amministrazione, insediato in seguito al Regolamen- to per l’esecuzione dello Statuto Organico, riguardante appunto l’amministrazione del Santuario, emanato a Firenze con Regio Decreto di Vittorio Emanuele II il 4 maggio 1866.
Progetto Frigiolini
Che ciò abbia determinato una svolta decisiva lo si può dedurre dal fatto che improvvisamente, verso il 1870, dopo più di mezzo secolo, compare un progetto di facciata per la Chiesa Maggiore, tracciato dal pittore Carlo Frigiolini di Varallo, ben noto insegnante della Scuola varallese di Disegno e maestro di numerosi fu- turi artisti di fama, deceduto dieci anni dopo.
Finalmente si apre un nuovo capitolo. Che si tratti di un incarico affidato dal nuovo Consiglio d’Ammini- strazione, o di una spontanea proposta del pittore, per ora non si sa.
Quasi sicuramente l’autografo doveva essere quello elencato dal Durio nel 1930 e cosi intitolato: Proget- to o Proposta di una nuova facciata per la Chiesa del Sacro Monte di Varallo, conservato presso la Scuola di Disegno di Varallo, e di cui il Durio cita una repli-
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Gennaio/Marzo • 2019
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