Page 10 - Bollettino Novembre - Dicembre 2017
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Figure Sacerdotali Novaresi
FRANCESCO MARCONI QUAGLIOTTI, A 400 ANNI DALLA MORTE - Parte IV
morte si diffuse e molti ac- corsero sulla collina di Santa Cristina, per venerare il cor- po del defunto ma, per tutto il pomeriggio non fu possibi- le, in quanto venne imbalsa- mato, secondo le indicazioni del vescovo. I visceri vennero collocati in un vaso antico, forse di epoca romana - che era stato trovato tempo ad- dietro da un contadino in un campo e donato al Quagliotti - poi collocato nella cassa.
I funerali vennero celebrati mercoledì 28 giugno, con un grandissimo concorso di clero
e di Popolo e di nobili giunti
da varie parti della diocesi. L’ orazione funebre venne tenu-
ta da padre Giovanni Battista Avogadro, predicatore del-
le missioni ad Oleggio, che seppe commuovere profon- damente tutti i presenti. La sepoltura della salma avvenne nel pomeriggio, alla presenza di alcu- ni testimoni, collocandola ai piedi dell’altare maggiore; sul sepolcro, come da volontà del defunto, non venne posta alcuna iscrizione.
Era si grande la stima che di esso si faceva, che non si ritrovava persona che non lo decantasse Beato. Questa espressione, di un presente ai fune- rali, ben riassume l’opinione che si aveva del Quagliotti e che, non solo non si perse con la sua morte ma, al contrario, crebbe ancor di più e, fin da subito, si trasformò in una vera e propria venerazione. Si recarono alla sua tomba fedeli che implora- vano grazie per sua intercessione, tanto che, fin dal mese successivo, don Rosario, sollecitato dal Taver- na stesso, iniziò a tenere un registro in cui, ogni volta, segnava i miracoli che avvenivano.
Ad agosto il vescovo ordinò che tale registro fosse accuratamente compilato, con tutte le precise in-
dicazioni riguardanti ogni singolo caso. Furono questi i primi passi del processo per il riconoscimento ufficiale della santità di don Fran- cesco che, ad alterne fasi, si protras- se tra seicento e settecento, ripreso poi nel 1866 per volere del vescovo Gentile e purtroppo ancora non giunto ad una conclusione.
Nel corso dei secoli furono ese- guite alcune ricognizioni del suo sepolcro e si provvide ad una di- versa sistemazione dei suoi resti. Per la prima volta la tomba venne ispezionata nel 1636, per verifica- re l’integrità del corpo dopo che essa fu aperta durante l’incursione ed il saccheggio della chiesa e del seminario da parte delle truppe francesi che, nel funesto conte- sto della guerra tra la Savoia e gli Spagnoli del Ducato di Milano, avevano occupato il castello di Fontaneto.
Un’apertura ufficiale della se- poltura, per volere dell’autorità vescovile, fu fatta nel 1648, in oc-
casione della collocazione di una lapide commemorativa del venerabile sacerdote, su espresso desiderio di mon- signor Antonio Tornielli. A distanza di novant’anni, il 17 agosto 1736, nuova ri- cognizione venne compiuta con il permesso del cardinal Gilberto Borromeo, vescovo di Novara dal 1714 al 1740. All’apertura dell’avello in cui era stata collocato il corpo del Quagliotti si constatò che esso era ormai ridotto ad uno scheletro, che venne sistema- to in una nuova cassa e rimes- so nella stessa tomba, dove rimase fino al 1869.
Riesumazione dei resti
In quell’anno, al 25 novem- bre, don Agostino Fenoglio, parroco di Santa Cristina, con il permesso dell’autorità
ecclesiastica, riesumò i resti per tra- sferirli nello scurolo sottostante la chiesa. Inseriti in una nuova cassa, foderata con lastre di zinco, furono tumulati sotto il pavimento dietro all’altare maggiore del sacello. Nel- la cassa vennero pure collocati due vasi fittili ed un vaso in vetro, già trovati nella precedente sepoltura. Una nuova lapide, con un epigrafe commemorativa, venne collocata sulla parte retrostante dell’altare, accanto a quella che già aveva ri- coperto la tomba nella chiesa su- periore.
Lì, nel cuore di quella che fu la chiesa del suo collegio, poi ulte- riormente ampliata nel 1916, le re- liquie di Francesco Marconi Qua- gliotti ancora riposano, fatte ogget- to di pia venerazione da parte dei fedeli del luogo che accendono ceri e depongono fiori, in attesa della gloriosa resurrezione.
Don Damiano Pomi
Novembre/Dicembre • 2017
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