Page 5 - Bollettino Settembre - Ottobre 2020
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                  Figura 1
progetto firmato e datato a Torino il 31 maggio 1766, in cui l’importante non è costituito dalle decorazioni, ma dal tracciato con le pendenze, le costruzioni, la pa- vimentazione. Pochi giorni dopo i fabbricieri stabili- scono di eseguire il progetto; l’anno successivo si stipu- la l’accordo tra i fabbricieri, il Massone e lo scalpellino Niretto per l’esecuzione dei pilastri lungo la salita del Monte, ma, sia che si tratti dei piedistalli per le statue e di quelli per gli archi, nulla viene eseguito. A meno che si tratti di pilastri di sostegno della strada stessa. Il Mas- sone ricompare a Varallo nel 1770, quando esegue la planimetria per la ristrutturazione generale, o meglio, per il quasi completo rimaneggiamento della zona del Monte Sion per sostituire all’ultra secolare Chiesa Vec- chia ed agli edifici annessi, la futura Casa per gli Eserci- zi Spirituali, che verrà terminata con i consueti tempi lunghi, più di 30 anni dopo, nel 1804.
Di questo progetto vasto e complesso non si conosce però l’alzato. Nel 72 l’architetto rileva la ‘Pianta geo- metrica del Sacro Monte di Varallo con tutte le fab- briche, capelle e siti al medesimo adiacenti’ che firma e data a Torino il 30 agosto 1772. La planimetria esattis- sima risulta oggi un documento unico ed insostituibile per conoscere la situazione urbanistica ed architetto- nica della Nuova Gerusalemme in quell’anno, prima
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dell’abbattimento della Chiesa Vecchia, avvenuta subi- to dopo nel 73. Nulla da stupirsi, anzi, logico pensare che la fabbriceria abbia approfittato della presenza, e dei ripetuti interventi del Massone sul Monte Varallese per chiedere anche a lui un’idea, una proposta, una so- luzione per la facciata della Chiesa maggiore.
Non si conoscono dei documenti a riguardo, ma il primo a citare ed a riferire, non si sa su che basi, il progetto al Massone, benché privo di firma e di data, è l’Arienta nel suo catalogo della Pinacoteca varallese del 1902, così scrivendo “disegno all’acquarello: progetto di portico per la facciata della chiesa maggiore - archi- tetto Mazzone“. Invece il Durio nel 1930, forse basan- dosi sulle date degli altri interventi del Massone sul Monte e sul fatto che i progetti dell’Orgiazzi vengono ritenuti anteriori e riferiti al 1770, data al 72, come la pianta Geometrica, anche il “Progetto di portico“, che definisce neoclassico.
Non si tratta di un progetto complessivo di tutta la facciata, e l’intestazione del disegno lo dice con chia- rezza, al contrario di quelli dell’Orgiazzi, ma esclusi- vamente, con intento più limitato, di una soluzione meno impegnativa, meno grandiosa, solo di un “porti- co avanti alla facciata“. Scelta quindi incompleta, sosti- tuita da una struttura architettonica, da un corpo
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