Page 4 - Bollettino Settembre - Ottobre 2020
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                Conosciamo il Sacro Monte
LA BASILICA DELL’ASSUNTA
Il progetto per la facciata dell’architetto Giovanni Matteo Massone
Questo articolo è da collocarsi prima del “Progetto Orgiazzi” uscito nel Bollettino numero 1 del 2018.
 Negli anni attorno al 1770 è ripetutamente impegna- to sul Monte, nel pieno della sua attività, l’architet- to torinese Giovanni Matteo Massone, più valente e serio professionista, che geniale ideatore di prestigio- se opere architettoniche. Chi l’aveva chiamato? Chi aveva suggerito il suo nome, non essendo della valle, ma torinese? Quasi certamente i Valsesiani residenti a Torino, assai numerosi e da decenni benefattori del Sacro Monte. Basti pensare che già nel 1704, quan- do la valle apparteneva ancora al ducato di Milano e non allo Stato sabaudo, la guida del Sacro Monte edita in quell’anno, ricorda che “la Bussola di Torino fà fabricare questa Capela di Anna”, ossia di Gesù al tribunale di Anna.
Ed anche nei decenni successivi sarà sempre “la Bus- sola di Torino“, cioè la raccolta dei fondi tra i tanti Valsesiani residenti nella capitale del regno di Sarde- gna (soprattutto ricercatissimi artigiani del legno, ma anche stuccatori , decoratori ed artisti celebri ed af- fermati, dal pittore Tarquinio Grassi ai suoi figli, alla Palanea al Milosso, ecc.) a provvedere alla realizzazione di quella cappella con una prima costruzione e le statue modellate dal Tantardini, scultore tra i più affermati a Torino e per la corte, attorno al 1722.
Sigismondo Betti
Seguirà decenni dopo il pittore fiorentino Sigismon- do Betti, attivo a Torino per Palazzo Morozzo della Rossa ma anche per la Real Casa ad affrescare la rinno- vata cappella di Anna, tra il 1763, anno del contratto, e il 65, e subito di seguito a dipingere la pala per l’altare di San Carlo in Basilica. Verrà poi lo scultore Bernero, regio statuario, uno dei maggiori del secondo settecen- to torinese, che modellerà la statua di Anna, sempre per l’omonima cappella, e poi nel 1776 quella di San Carlo, collocata sotto il portico della Piazza Maggiore, accanto alla cappella dell’Orazione nell’orto.
Questi anni dunque, tra il 1763 (quella del contrat- to dei Valsesiani di Torino con Sigismondo Betti), ed il 1776 (quello di esecuzione delle due statue del Ber- nero), coincidono con quelli in cui opera per il Sacro Monte l’architetto Massone. Ma sono anche anni in cui la ‘Bussola di Torino’ non risulta aver preso impe- gni per Varallo. Come si è appena visto, gli affreschi del Betti sono conchiusi nel 65 e l’incarico al Berne- ro è del 75: un decennio esatto di distanza. In questo arco temporale si inserisce la presenza del Massone sul Monte varallese, quasi ad occuparne il vuoto. E se non viene retribuito dai benefattori residenti a Torino, è assai probabile almeno che da essi sia stato suggerito, consigliato, e forse anche raccomandato ai fabbricieri.
In campo architettonico, già nel 1740-41 era stato chiamato da Torino il grande Benedetto Alfieri, non certo per incarico della Corte, come è stato ripetuta- mente detto e scritto dal 1960 in avanti, ma molto più semplicemente dalla fabbriceria del Sacro Monte, pro- babilmente anche in questo caso interpellato su sug- gerimento dei Valsesiani residenti a Torino, cioè dalla ‘Bussola di Torino’ e dalla compagnia di San Gauden- zio e della beata Panacea, fondata nel 1712. Risulta in- fatti dal Galloni che l’Alfieri fu spesato e retribuito dal Fabbriciere, marchese Giuseppe D’Adda. Come mai nel 1766 invece di chiamare un artista di alto livello, come erano Tantardini, Alfieri, Betti, ci si acconten- ta di un serio e competente professionista, anche se qualificato dal titolo di regio ingegnere? O era ben conosciuto e stimato da qualche esponente dei Valse- siani della capitale, come si è detto, o poteva essere sta- to suggerito dallo stesso Sigismondo Betti , presente al Sacro Monte immediatamente prima di lui (1763- 66).
Gli impegni in realtà non sono per lo più di architet- tura aulica, ma di carattere prevalentemente tecnico. Il primo compito del 1766 è il piano di sistemazione del- la strada di accesso al Sacro Monte, con archi e statue,
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Settembre / Ottobre • 2020
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