Page 5 - Bollettino Ottobre - Dicembre 2019
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                 Firma di Giovanni Ceruti
esigeva di non fare un nuovo passo falso. È scontato che il progettista sia il Ceruti e tramonta così l’ipotesi di un concorso. Tutto dunque questa volta deve essere previsto, predisposto, preparato con particolare cura, calcolato con rigore, nulla deve essere lasciato al caso. Lo si deduce con estrema chiarezza dalla lettera uffi- ciale, dalla richiesta inviata all’Amministrazione del Sacro Monte dai coniugi Durio, che presuppone un preventivo totale accordo. La domanda di Giulia e Co- stantino Durio per l’elezione della facciata del tempio dell’Assunta reca la data 20 luglio 1891. Si tratta di un testo, di un documento di particolare importanza, ver- gato su carta bollata da lire 1, composto con rigorosa, essenziale precisione da una persona competente, direi da un notaio di fiducia, trascritto in bella copia dalla mano abile di un insegnante di calligrafia, firmato in calce dai due coniugi.
LA LETTERA DEI DURIO
Siamo lontanissimi dalla lettera di ben otto facciate del Delucca. Lui faceva il primo passo, i Durio quel- lo conclusivo. Per la sua importanza, per la precisione delle richieste, per l’uso dei termini più appropriati, per la concisione, la lettera dei Durio merita di venire riportata in gran parte: “On. Amministraz. del Sacro Monte, mancando al Tempio della B. V. Assunta del nostro Sacro Monte la decorazione della facciata, i sottoscritti Giulia e Costantino Durio, coniugi, si of- frono di farla eseguire, unitamente alla sistemazione del piazzale e della gradinata antistante, giusta l’u- nito progetto dell’ing. Architetto Giovanni Ceruti, interamente al loro proprie spese; e si assumono l’ob- bligo, quando il progetto medesimo venga approvato, di provvedere all’esecuzione intera dell’opera entro gli anni 1892- 1893 senza che l’On. Amministrazione del Sacro Monte abbia a sostenere in proposito dispen- dio od onere di sorta“.
Seguono le due firme; prima quella della moglie, poi quella di Costantino Durio. Non compare neppure l’eventualità che il progetto possa venire rifiutato, che vi possa essere la richiesta di modifiche. Sorprende che non si usi il termine di progetto architettonico della facciata, ma molto più semplicemente di decorazione. Viene puntualizzato che l’intervento riguarda: 1^ la decorazione della facciata; 2^ la sistemazione del piaz- zale della scalinata, come due elementi ben distinti. Si allega alla richiesta, e ciò veramente a prima vista può stupire, il progetto del Ceruti, quindi già in anticipo preparato e mancante solo dell’approvazione ufficiale. I due coniugi dichiarano, ed era ovvio, di far eseguire tutto a loro spese e precisano anche la durata dei lavori, due anni in tutto, sicuramente stando alle previsioni dell’architetto, ma, come spesso avviene, un po’ troppo ottimistiche. Tutto dunque è stato definito, predispo- sto, direi, concordato a monte. Non si suppone nep- pure di accennare ad eventuali correzioni, precisazioni, modifiche, varianti, eccetera... da parte dell’Ammini- strazione del Sacro Monte. Manca anche l’auspicio che una proposta così munifica possa venire accolta favo- revolmente. È già sottinteso, è già scontato. Mancano persino i saluti di prammatica. Viene da dire: è così e basta. Si tratta cioè non di una proposta, ma di un atto conclusivo; di un necessario documento per giustifica- re una prevista conferma di quanto preventivamente deciso e concordato secondo i desideri dei donatori.
Per l’Amministrazione del Sacro Monte è un’occa- sione unica da non perdere. E, si potrebbe dire “ da accogliere a scatola chiusa“. L’elemento più evidente di tutto ciò è la presentazione il 20 luglio 1891, uni- tamente alla richiesta su carta da bollo, del progetto già elaborato e presentato in bella copia. Quindi era scontato che l’architetto sarebbe stato il Ceruti, mi viene quasi da dire prendere o lasciare; che il proget- to da eseguire sarebbe stato quello presentato (e ciò è anche comprensibile perché in caso contrario i Durio avrebbero dovuto far elaborare un nuovo progetto a loro spese).
Per tutte queste valide ragioni il progetto era stato predisposto in anticipo. Infatti la prima stesura, a mati- ta, reca la data del 31 gennaio 1891, che può sorprende- re; ben mezzo anno prima della presentazione ufficiale. Ed è logico, perché doveva venir portato a Varallo dallo studio milanese del Ceruti, fatto vedere per averne una prima, diretta conoscenza, privatamente ad amici , arti- sti, competenti , autorità comunali e membri del consi- glio d’Amministrazione del Sacro Monte, per ascoltare lodi, osservazioni, eventuali consigli e suggerimenti, per poter procedere senza intoppi Continua a pag. 6
Ottobre / Dicembre • 2019
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