Page 16 - Bollettino Novembre - Dicembre 2018
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Università del Sacro Cuore
A CENTO ANNI DALLA NASCITA (SECONDA PARTE)
Varallo è l’inizio
di un grande istituto culturale. L’incontro di Varallo
del 1918 e la nascita dell’Università Cattolica
del Sacro Cuore
L’intento che contraddistingueva l’operato di Toniolo trovava la sua cifra più alta e profonda nell’attua- zione di un preciso e ben delineato programma volto ad annullare lo scollamento tra Chiesa e Società, in vista di un nuovo e rinnovato rap- porto tra istituzioni e corpi sociali. Il suo contributo punta inoltre ad orientare e organizzare gli studi e gli studiosi di ispirazione religiosa, sostenendo fermamente la necessi- tà, per non dire l’obbligo, per i cat- tolici di non trascurare di applicar- si allo studio delle scienze sociali.
Una pagina interessante, di estre- ma e drammatica attualità politi- ca, del messaggio di Toniolo è da ricercarsi nella sua concezione per quanto concerne il tema spinoso dell’unità dei cattolici in politica: egli, in tal senso, percepisce l’impor- tanza di individuare una sintesi cre- ativa per contribuire a ridare voce e ruolo ad un cattolicesimo sociale schiacciato, obnubilato, da un lato, dal movimento socialista, dall’altro, dal liberalismo conservatore.
Da cattolico militante, ed espo- nente originale e attivo dell’Azione Cattolica, egli richiama sovente la necessità di un risveglio del Catto- licesimo sociale, parlando esplicita- mente di un “ridestamento” dei cat- tolici, da intendersi non solo come esperienza locale, ma in costante e proficuo contatto con analoghi movimenti che si stavano svilup- pando in altre nazioni europee. Un punto notevole da rilevare del suo pensiero fu quindi la concezione del sapere in un’ottica profondamente
Agostino Gemelli
cristiana e allo stesso tempo capace di comprendere i tempi nuovi. Non a caso, dunque, tra il 1905 e il 1906, Agostino Gemelli si rivolse a lui perché lo aiutasse a promuovere un Istituto scientifico che coordinasse le ricerche degli studiosi cattolici: come si può facilmente inferire è già in nuce, l’idea di istituire anche in Italia una Università Cattolica, su cui un ampio dibattito si era acce- so nel movimento cattolico tra fine Ottocento e inizio Novecento.
Fu proprio questo l’ultimo te- stamento, ad estremo sigillo della buona battaglia combattuta per la diffusione della Fede nella socie- tà italiana già allora secolarizzata, del Toniolo sul letto di morte che lasciò a Padre Gemelli di fondare l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Testimone non passivo di questa sorta di passaggio di consegne fu Ernesto Lombardo (Campomorone, Genova, 1846 - Gaione, Parma 1935).
Quest’ultimo facoltoso indu- striale cotoniero ricoprì incarichi manageriali in importanti comples- si legati alla società De Angeli – Frua, come la Manifattura Rotondi di Novara ( da qui il legame con Varallo). Nella sua attività di illu-
minato uomo d’affari si preoccupò dell’educazione morale degli operai e delle operaie, fondando convitti, case di riposo e di vacanza.
Si distinse per la generosità con cui sovvenzionò l’Opera della con- sacrazione al Sacro Cuore dei solda- ti al fronte durante la Prima Guerra Mondiale. Se Padre Gemelli realiz- zò dal punto di vista intellettuale il grande sogno, per non dire utopia, di Toniolo, Lombardo lo concre- tizzò dal punto di vista prettamente materiale, donando l’enorme cifra per l’epoca di un milione di lire per l’acquisto della prima sede del nuo- vo ateneo cattolico, spendendosi attivamente con mezzi propri per il consolidamento e ampliamento dell’ente culturale, tant’è che spese per questo tutto il suo patrimonio personale, morendo poverissimo, ma acquistando, lo crediamo, qual- cosa che è incommensurabilmente superiore alla ricchezza terrena.
È davvero bello pensare che da Varallo sia partita una così nobile iniziativa culturale: da una piccola luce accesa in una cittadina ai pie- di del Monte Rosa si è sviluppato un autentico faro di Fede e di cul- tura che illumina il nostro Paese, garanzia di libertà e di progresso, in quanto non realtà chiusa in se stessa, ma in continuo e dinamico dialogo; come posso del resto con- fermare di persona, perché conosco molto bene la realtà dell’Universi- tà Cattolica di Milano, in quanto quasi tutti i miei saggi critici d’i- talianistica sono apparsi sulla pre- stigiosa rivista di critica letteraria, diffusa a livello mondiale, “Otto- Novecento” diretta dal Prof. Giu- seppe Farinelli, autentico laborato- rio culturale che applica i dettami di Toniolo e di Gemelli.
Gabriele Federici
Novembre/Dicembre • 2018
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