Page 7 - Bollettino Luglio-Settembre 2019
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                 Progetto Peco
all’occupazione del suolo di Piazza Gaudenzio Ferrari, alla demolizione di parte del selciato per lo scorrimen- to di colonne, blocchi di granito, ecc ..., alla demolizio- ne di alcuni parapetti della salita al Sacro Monte, fino all’abbattimento della facciata antistante alla cappella di S. Gerolamo e del portico di quella di Cesare Maggi, e così via, con lo stesso scopo, con l’ impegno di rico- struire il tutto con gli stessi materiali ad
opera finita, senza alcuna spesa da parte della città, ma tutto “a carico del richie- dente sotto scritto’’. Un’impresa quindi di straordinario impegno.
Non viene però mai citato il nome dell’estensore del progetto, e con il garbo ed il senso di signorile riservatezza pro- prio dell’epoca, il Cav. Delucca chiede” di non dare peso alcuno alla mia offerta, e meno pubblicità possibile, perché tale è sinceramente il mio vivo desiderio...’’
Di fronte ad una proposta così ecce-
zionale il sindaco di Varallo non perde
tempo ed in accordo con il Cav. Delucca
richiede forse con eccessiva premura, un sollecito pare- re tecnico – artistico ad un’autorità in materia, il conte Edoardo Arborio Mella, tra l’altro ispettore onorario
dei monumenti del circondario. Ma ambe due i richie- denti, estranei all’ ambiente, ignorano, o non pensano che il Mella è uno dei maggiori sostenitori del ritor- no e della rivalutazione dell’architettura medioevale (il neoromanico ed il neogotico) in reazione al tardo classicismo, autore di pregevoli edifici sacri in quegli stili, restauratore, spesso in modo arbitrario di molte costruzioni medioevali importantissime dell’area pie- montese, riportandole a quel gusto. Certo il sindaco Respini ed il Delucca avrebbero potuto fare una scel- ta molto più adatta se si fossero rivolti, invece che all’ Arborio Mella, all’ancor più celebre ed ancor vivente Alessandro Antonelli, di tutt’ altra tendenza.
Ma il Mella, a giro di posta, già il 25 aprile (il De- lucca aveva inviato la sua lettera al sindaco solo quin- dici giorni prima) risponde al notaio Respini, sindaco di Varallo, di non poter accettare a causa dell’età e dei tanti malanni. Troppo sollecitamente il Delucca, rien- trato a Torino, il 28 scrive al Respini di chiedere all’ Arborio Mella almeno un parere verbale, altrimenti di rivolgersi ad “altre persone dell’Arte”. Per maggior puntualizzazione, già il 1° maggio il Delucca fa seguito, sempre da Torino alla sua lettera del 28 aprile, ribaden- do al sindaco che in caso il Mella persistesse nel rifiuto, di interpellare lo stimatissimo architetto Torinese con- te Carlo Ceppi, che “forse verrebbe volentieri anche senza spesa”.
Intanto, combinato l’incontro con l’Arborio Mel- la, il sindaco Respini e lo scultore Varallese Giuseppe Antonini, direttore del Laboratorio Barolo, con l’auto- rizzazione della giunta municipale, si recano a Vercelli. Ma il Mella, da grande appassionato dell’ architettura medioevale, per di più vecchio e malandato ( morirà l’anno successivo, mentre l’Antonelli, nato ancor nel
Settecento, vivrà fino all’88), di carattere non sempre accomodante, come possia- mo immaginare non dà parere favore- vole, affermando che il progetto “di stile perfettamente greco, non corrisponde in nessun modo al carattere del tempio cui si vuole adattare’’ , anzi, ritiene inattuabili eventuali modifiche e consiglia di cambia- re completamente progetto con uno ‘’piu in armonia col tempio ed all’ estetica del luogo’’. Alla richiesta molto diplomatica di accettare lui l’incarico, il Mella declina l’invito per i motivi già noti e consiglia i nomi di ben conosciuti architetti dell’e- poca, come i milanesi Terzaghi, già autore
pochi anni prima (1876 ) di un progetto per la chiesa nuova di Oropa, e Macciacchini, e soprattutto del ver- cellese Giuseppe Locarni, a lui molto legato, come
 Conte Edoardo Arborio Mella
 Luglio/Settembre • 2019
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