Page 6 - Bollettino Luglio-Settembre 2019
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                Conosciamo il Sacro Monte
LA FACCIATA DELLA BASILICA 2
 I progetti del Peco e del Romerio
Alle varie proposte già descritte in ordine cronolo- gico nelle puntate precedenti, per dotare d’ una degna facciata la Chiesa Maggiore, si viene ad aggiungere nel 1883, a distanza di sette anni dalle due del Marietti, da- tate 1876, quelle del geometra Cesare Peco. Era stata resa nota solo nel 1986, più di un secolo dopo, grazie al nipote, dottor Luigi Peco, che, ritrovato il disegno tra le carte di famiglia, lo ha studiato e pubblicato con rigore documentario.
Pertanto, contrariamente agli altri progetti, questo non è conservato presso un ente pubblico, nè dai Padri Oblati al Sacro monte, ma dai discendenti dell’ autore Cesare Peco ( Rimella 1852- 1893 ), stimato profes- sionista con studio a Varallo, che all’ età di solo tren- ta – trentun anni, elabora un nuovo, originale schema di facciata di severo gusto neoclassico, così intestato : Progetto di portico e facciata in granito ad eseguirsi alla Chiesa della B.V. Assunta al Santuario di Varallo, che firma e data: Varallo 20 gennaio 1883, quindi lo- gicamente già in gran parte disegnato negli ultimi mesi dell’ 82.
Come si vedrà, grazie alla nutrita documentazione epistolare, messa a mia disposizione con la consueta cortesia da M. Grazia Cagna, direttrice della Sezione di Varallo dell’archivio di stato, il disegno non costi- tuisce un progetto completo e definitivo, ma solo una struttura architettonica ‘di massima’, schematica, es- senziale. Essa riguarda solo il corpo centrale dell’edifi- cio, priva come è delle due parti laterali minori e della indispensabile planimetria. La caratterizza unicamente un severo, dominante pronao tetra stilo di ordine Co- rinzio architravato come già nel progetto del Frigiolini, che qui però non è sovrastato da un ampio terrazzo, ma regge una struttura muraria conchiusa dal consue- to timpano. Il tutto semplicissimo, quasi elementare e spoglio, soprattutto rispetto ai due precedenti, decora- tissimi disegni del Marietti.
Può venir da pensare che si tratti di una proposta, di un’iniziativa spontanea e coraggiosa del giovane geo- metra, impegnandosi su di un tema di particolare ri- lievo, anzi il più importante e prestigioso, non solo in ambito varallese ma di tutta la valle del Sesia. Sarebbe quasi come voler sottoporsi ad un’ideale, pubblica pro- va di esame per affermarsi, per farsi conoscere ed ap- prezzare, in gara con gli autori dei precedenti progetti ormai accantonati, ma per nulla spregevoli e con autori ben noti, come il Marietti, per non risalire al Cagnola. Con questa proposta, e con questo ‘’biglietto da visita’’, il giovane Peco avrebbe potuto suscitare interesse e tro- vare un mecenate.
Però, già nell’ intestazione del suo progetto, il fatto
che specifichi il materiale con cui dovrà esser eretta la facciata, cioè il granito, cosa mai precisata per gli altri progetti (salvo il Cagnola) e poi l’ affermazione quasi categorica “ad eseguirsi alla Chiesa della B. V. Assunta’’ , dandola come un qualcosa di scontato, fanno ritenere che non si tratti di un progetto vago, ideale ,di fantasia, come potevano presentarsi alcuni dei precedenti, ma di una proposta ben determinata, ben precisa per una prossima pressoché scontata realizzazione, cioè, con le spalle al sicuro per la presenza di un finanziatore di as- soluta affidabilità.
Ciò viene chiarito dalla lettera inviata dal Cav. Pietro Delucca, (poi Deluca e De Luca) il 10 aprile 1883 al sindaco di Varallo, notaio Francesco Respini. Il Cav. Delucca, originario di Arboerio, ma residente a Tori- no, dotato di larghe disponibilità finanziarie grazie alle sue attività commerciali, e già munifico verso il Sacro Monte, avendo contribuito al rifacimento del selciato lungo la strada di accesso, ed avendo fatto erigere nell’ 81 l’ altare marmoreo nella cappella di S. Giuseppe in Basilica, doveva aver in animo per propria devozione di compiere un gesto ancor più generoso, legando il suo ricordo e quello della consorte Vittoria Triulzi, al com- pletamento dell’ ultima e più importante impresa an- cor da compiere sulla nuova Gerusalemme col dotare della ancor mancante facciata monumentale la Chiesa Maggiore, realizzando un’opera veramente degna di tutto l’eccezionale complesso.
Conoscendo nel piccolo mondo Varallese il promet- tente geometra Peco, penso sia stato lo stesso Delucca a prendere l’iniziativa, a muovere i primi passi avan- zandogli la richiesta di un disegno orientativo, di una proposta, da sviluppare, rivedere, rielaborare col bene- placito delle locali autorità competenti.
La lettera inviata dal Delucca al sindaco è del 10 apri- le dell’83, circa due mesi e mezzo posteriore alla data apposta sul disegno del Peco. Ciò dimostra che nel frattempo donatore e progettista, eseguito il disegno di massima, dovevano aver pensato e messo a punto tutti gli elementi da ben specificare per ottenere i numerosi permessi necessari per poter eseguire i lavori.
Il Delucca, nella sua lettera di ben otto facciate, di- chiara di voler provvedere a tutte le spese di costruzio- ne, descrive dettagliatamente il progetto da realizzare completamente in granito, sottolineando che si tratta di un “semplice progetto di massima che può venir mo- dificato come meglio crederà la commissione d’Arte”, elenca quindi con particolare precisione ben quattordi- ci concessioni temporanee ( tutte di carattere tecnico, quindi richieste dal progettista ), per poter eseguire i lavori, dal libero transito dei carri carichi dei materiali,
Luglio/Settembre • 2019
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