Page 17 - Bollettino Luglio-Settembre 2019
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Arte al Sacro Monte
IMAGO NATURÆ
“Acquerelli botanici di Lidia Vanzetti al Sacro Monte di Varallo”
Molteplici le iniziative culturali organizzate al Sacro Monte di Va- rallo promosse dall’Ente Gestione Sacri Monti, curate da Rita Regis, guardia-parco con una spiccata sensibilità verso l’arte e la cultura in generale. Sabato 3 agosto, presso la Casina d’Adda, è stata inaugu- rata una mostra di acquerelli bo- tanici: Imago Naturae, con opere dell’artista Lidia Vanzetti, nativa di Morondo, ma che vive e lavora a Grignasco, e si definisce: “Acqua- rellista per passione”. Ha iniziato nel 2004 seguendo dei corsi per approfondire la tecnica dell’acque- rello, imparando ad osservare e a confrontare, a scegliere i soggetti, a rendere cromie, consistenze, forme e dettagli, al fine di fissare sulla car- ta l’unicità di ogni esemplare.
Dopo le prime mostre e gli ap- prezzamenti ottenuti, l’artista ha sentito il bisogno di mettersi alla prova in ulteriori importanti sfi- de, presentando le sue tavole alle più importanti rassegne interna- zionali, ottenendo tre prestigiose Golden Medal, 2008, 2011 e 2016, alla: “Exibition of Botanical Art” della Royal Horticultural Society di Londra, tra le più famose orga- nizzazioni mondiali dedite all’or- ticultura. Sue opere sono presenti in diverse collezioni nazionali e internazionali, private e pubbliche, come l’Hunt Institute for Botani- cal Documentation di Pittsburg (USA). Quella del Sacro Monte è la prima esposizione in Valsesia.
Padre Giuliano Temporelli, Rettore del Sacro Monte, nonché Consigliere dell’Ente di Gestione Sacri Monti, ha apprezzato la scelta dei locali della Casina D’Adda che, con il loro ricco apparato decora- tivo, amplificano la bellezza delle tavole botaniche esposte: “Comu- nicare la bellezza oggi è quanto mai
importante perché svela e rivela un elemento costitutivo dell’uomo”. Rita Regis ha presentato l’artista inserendola nella tradizione dei pittori botanici, che affonda le sue radici nel tempo e che venne pra- ticata con assiduità fino alla fine dell’Ottocento, realizzando un delicato equilibrio tra arte e scien- za. Dopo un apparente abbando- no, dovuto forse all’avanzare della tecnologia fotografica, quest’arte “lenta”, che richiede rigore scien- tifico e sensibilità artistica, è stata riscoperta negli ultimi vent’anni, e Lidia Vanzetti l’ha fatta propria rendendo l’unicità dell’esemplare attraverso uno sguardo attento al particolare, ma senza perdere la vi- sione d’insieme: “Un foglio di car- ta, qualche goccia d’acqua e alcuni microgrammi di pigmento si tra- sformano in un’opera in grado di affascinare e far riflettere sulla stra- ordinaria bellezza e generosità della natura”. Lidia Vanzetti ha ricorda- to la sua infanzia e adolescenza in Valsesia: “Nata e cresciuta in un’a- rea di notevole rilevanza ambienta- le, ricordo le corse nei prati fioriti, la raccolta di mazzolini di violette per profumare la casa, l’odore in-
confondibile del fieno o dell’erba bagnata dopo il temporale, la ricer- ca di erbe e piante medicinali con l’aiuto di mio padre, che di queste era un discreto conoscitore e un ap- passionato estimatore, la scelta con la mamma di “erbette” dei prati per preparare frugali minestre dall’aro- ma e dal gusto così delicato e sin- golare. Grazie a queste esperienze e al desiderio che ho sempre avuto da piccola di disegnare e dipingere, la pittura botanica è diventata lo sbocco quasi inevitabile delle mie inclinazioni: non un’attività di la- voro vera e propria, ma una passio- ne, che da diversi anni occupa una parte non indifferente della mia vita”.
La mostra, articolata in sezioni, è talmente appagante che pare di sentire i profumi dei fiori e della frutta. Forme e volumi nella loro naturalità, con le imperfezioni che rendono i soggetti ancor più natu- rali, raccontano la minuzia di gesti quasi sacrali.
Piera Mazzone
Luglio/Settembre • 2019
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