Page 6 - Bollettino Gennaio - Marzo 2021
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                Conosciamo il Sacro Monte
LA FACCIATA DELLA BASILICA
1896 – Compimento dell’opera - Il contesto architettonico - figurativo
 ei primi mesi del 1896, completato il rivestimento marmoreo, eseguiti i mosaici, poste in opera le porte bronzee, la nuova facciata, liberata dalle impalcature, si rivela dopo tanta attesa, in tutta la sua esibita opulenza, in tutto il suo abbagliante sfarzo, con un effetto molto più appariscente rispetto a quanto si potesse immagi- nare dall’ultimo disegno, la bella copia, quella completa di facciata e scalea, firmata in basso a destra: ingegnere architetto Giovanni Ceruti, conservata al Museo del Sacro Monte e variamente datata: 1891 - 95, ora 1896.
Si chiude così un lungo capitolo di rilevante impor- tanza nelle vicende costruttive anzi, nella storia del Sa- cro Monte, non limitate solo agli anni 1891- 96, con la realizzazione dell’opera dell’architetto Ceruti, ma si risolve un problema ultra secolare, da quando alla metà del Settecento si incominciò a prospettare l’esigenza di completare, non solo la Chiesa Maggiore, ma tutta la Nuova Gerusalemme con una prestigiosa facciata che coronasse degnamente tutto l’eccezionale complesso sacro.
Finalmente nel 96 si può cogliere in un colpo d’oc- chio il pittoresco e vario contesto urbanistico della Piazza Maggiore, su cui la facciata viene a polarizza- re l’attenzione per la sua struttura dominante, per la sua sontuosità, per il suo bagliore accecante, per le sue caratteristiche architettoniche assolutamente nuove, dispiegate in prima evidenza nell’ampiezza della sua superficie pressoché priva di valori plastici.
Se ne ha una visione completa, nitida; se ne può com- piere una lettura chiara e puntuale partendo dal basso, dal felice scenografico sviluppo della scalea, con le sue braccia avvolgenti, evidenziate dalla marmorea balau- stra ornata di bocce, che accoglie il pellegrino e lega la nuova parete candida con quelle degli edifici preesi- stenti sui due lati della piazza punto
Poi la facciata, che come un libro aperto e come un immenso manto si dispiega luminosa allo sguardo del visitatore, si erge verso il cielo scompartita da lesene e doppie lesene corinzie scanalate (bandite totalmente semicolonne colonne e nicchie eliminato ogni gioco di luci e di ombre). Si crea così una trama sottile, lineare, calligrafica, quasi un raffinato reticolo scandito di nove specchiature e scomparti, sovrapposti in tre ordini de- crescenti: cinque in quella inferiore, tre in quella di mezzo, uno solo in quello terminale a reggere il lunet- tone di coronamento. Li saldano tra loro orizzontal- mente due cornici aggettanti per tentare di smorzare la piattezza della parete.
Il reticolo può anche apparire come costituito da un
La facciata progettata da Giovanni Ceruti
rettangolo maggiore, centrale, suddiviso in sei spec- chiature: tre nel primo e nel secondo ordine, a cui si affiancano le due ali laterali nell’ordine inferiore ed un’ultima specchiatura al vertice a reggere il corona- mento arcuato.
In ogni riquadro si inserisce rigorosamente, come entro ad una preordinata casella, un elemento archi- tettonico: i tre portali, ornati da sopraporte a trittico, nell’ordine inferiore; due lapidi incorniciate nelle ali; il finestrone centrale affiancato da due complesse cornici a forma di trittico, ad inquadrare due mosaici figura- ti nel secondo ordine; tre mosaici infine nel riquadro sommitale, sul quale si inserisce nel lunettone un disco in mosaico. Svettano poi le due edicole marmoree alle estremità.
Completano ed impreziosiscono il tutto molti parti- colari raffinati, quasi cesellati come gioielli, dai flessuo- si modiglioni capovolti, posti a terra, dai quali si ergono e quasi si sviluppano i tre portali, ai pinnacoli svettanti, alle decorazioni marmoree di piccole volute a collegare i vari elementi. Ne possono sfuggire i numerosi intarsi di losanghe e dischi di minuti dimensioni in pregia-
 Gennaio / Marzo • 2021



















































































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