Page 18 - Bollettino Aprile - Giugno 2019
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                Verso i 200 anni di presenza al Sacro Monte (2019)
A DUECENTO ANNI DALL’ARRIVO DEGLI OBLATI
1819 MEMORIE RELATIVE AL SACRO MONTE DI VARALLO
 Segue da pagina 16
è evidente. Poiché lo statuto 1890 nega al Vescovo anche quel ingeren- za che ancora gli lasciava quello del 1868: il diritto cioè di vedere i conti. Quindi dopo il nuovo statuto il Ve- scovo non deve più sapere né come si amministrano i fondi anche av- ventizi - quali le offerte dei fedeli per Messe, per Benedizioni eccetera - nè se ci fossero riforme, innovazioni, cambiamenti o altro alle Cappelle e neppure alle Chiese aperte al culto pubblico. Il che sarebbe già enorme, mavihadipeggio.Edèchenelre- golamento 1890 si sono sanzionate delle vere ridicolaggini che solo sono possibili in un Regolamento fatto da laici, senza alcun intervento dell’Au- torità Religiosa. Cito per esempio che dal regolamento e non dal Vescovo, viene data ai preti la facoltà di conce- lebrare, (articolo 54) e che al Vescovo solo è concesso di accettare i sacerdo- ti nominati dal Consiglio Comunale (statuto articolo 18); è concesso pure al Vescovo di denunziare all’ammi- nistrazione gli abusi che venissero ad introdursi nel Clero e nelle Funzioni e proporre i provvedimenti (statuto articolo 20o) - inoltre secondo ogni diritto canonico civile dovrebbe essere precisamente il contrario: il Vescovo cioè dovrebbe nominare ed approvare i sacerdoti presenta- ti dall’amministrazione, o rifiutarli se credesse (cosa che giusta l’attuale regolamento non potrebbe neppure fare, come sarebbe suo ufficio), non già denunziare all’amministrazione abusi e proporre provvedimenti, ma egli stesso autoritativamente toglie- re ogni sorta di abusi ed assicurare il buon andamento del Culto.
Continuando in questa ridicolag- gine legalizzata dallo statuto e rego- lamento del 1890, noto ancora che la Giunta Municipale, su relazione del Direttore, deve deliberare circa l’acquisto e la modificazione di arre- di sacri (statuto articolo 12) - anzi di più deve deliberare circa l’acquisto di ogni cosa attinente al servizio reli-
gioso (regolamento articolo 9 lettera f), con tutta la complicata procedura ivi enunciata, che si direbbe voluta apposta per incagliare e ritardare an- che le più piccole e più urgenti prov- viste necessarie al Culto.
E che questo non sia soltanto una maligna supposizione, lo provano fatti di tutti i giorni. Ne cito uno soltanto che vale per tutti.
Da anni ed anni qualche finestro- ne del Tempio consumato per vetu- stà e per le intemperie era cadente: pregato il Direttore non provvide mai. Egli infatti era fuori di pericolo perché non porta mai piede in nessu- na chiesa. L’anno 1907, celebrandosi le solenni feste Cinquantenarie del Sacro Monte, mentre predicava dal pulpito Monsignor Gamba, vescovo di Novara, un forte temporale con vento fece crollare la finestra si che i vetri caddero nella navata piena di gente. Monsignor Vescovo ebbe ad imporsi per dominare il pubblico atterrito, ed impedire disgrazie , pur- troppo non rare in simili circostanze.
Ebbene si crederebbe che almeno allora l’Amministrazione avrebbe dovuto sollecitamente provvede- re e sarebbe stato giusto, invece gli insistenti reclami del Clero e del popolo restarono lettera morta e neppure gli ordini precisi dati dal sindaco di allora valsero a smuove- re il Direttore a provvedere: nulla si fece fino al mese di ottobre di quest’anno 1910: poiché solo ades- so dopo tre anni e più si sono esau- rite le pratiche burocratiche volute dal Regolamento e si è provveduto a quelle finestre.
Di simili lungaggini ne potrem- mo dire molte: ed è anche cosa spie- gabilissima se si pensa che la Giun- ta o è in crisi, come spesso, o deve provvedere ad altre sue mansioni precise prescindendo dal cumulo di impegni che le attribuisce lo statuto 1890 del sacro Monte. Infatti è la giunta che deve occuparsi degli og- getti offerti in dono al Sacro Monte
(regolamento articolo 9 lettera o) - è la Giunta che stabilisce se deb- bano essere utilizzati per qualche uso gli oggetti donati o se debbano essere venduti (regolamento artico- lo 2)- è la giunta che deve deliberare quante volte si debbano spazzare le aiuole ed assistervi per mezzo del sindaco, avvisando anche i rappre- sentanti del Direttore (regolamen- to articolo 11) cosa questa ultima tanto ridicola che non si fece mai; - è la Giunta che fissa il tempo degli Esercizi Spirituali e ne pubblica gli avvisi (regolamento articolo 57); mentre il Direttore, degnissima persona, ma laico, deve dare il per- messo per iscritto al Rettore, prete, quando questi ha bisogno di assen- tarsi, giudicando anche della legitti- mità delle cause, per cui si assenta (regolamento articolo 48):- il Di- rettore ordina l’affissione di quadri di pubblicità nel recinto sacro e ne giudica la correttezza. (Regolamen- to articolo 81) eccetera.
In tal modo è facile credere che il Vescovo di Novara, il Prevosto di Varallo, il Rettore del Sacro Monte sono destituiti da qualsiasi prestigio che loro sarebbe veramente neces- sario per promuovere, unitamente all’Amministrazione, il vero incre- mento del nostro Santuario, il qua- le va deperendo ogni anno, mentre Santuari assai minori, nei quali l’a- zione del Clero è più diretta e meno inceppata, si sviluppano e progredi- scono con un crescendo consolante.
Il Vescovo
Quale prestigio mai avrà l’Ordi- nario Diocesano se non può e non deve sapere quale uso si faccia dei proventi, dei lasciti, degli affitti ri- cavati dai fabbricati innalzati tut- ti colle offerte dei fedeli, degli utili sulle Messe, Benedizioni e Fun- zioni Religiose ordinate dai fedeli; se non deve inserirsi nella ripara- zione e nelle costruzioni di nuovi fabbricati, statue, eccetera essendo
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