Page 12 - Bollettino Aprile - Giugno 2019
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                Figure Sacerdotali Novaresi
SULLE ORME DI SAN GAUDENZIO
 Agabio secondo vescovo di Novara
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modello di catechesi e venerato quale patrono della congregazione della Dottrina Cristiana, per la quale fu realizzata anche una statuetta reliquiario, tuttora con- servata in duomo.
Nel corso del Seicento vengono commissionati al pit- tore Filippo Abbiati dei teleri che raccontano la vita del santo, nel frattempo pubblicata come quella dei due pri- mi vescovi Gaudenzio ed Agabio; alcuni di questi quadri sono ancora conservati, seppur sparsi, nell’ambito del complesso episcopale. L’immagine però più conosciuta di Lorenzo è l’elegante scultura, realizzata da Grazioso Rusca tra il 1796 ed il 1798, collocata sull’altare a lui dedicato che chiude la navata destra del nuovo duomo antonelliano e, fino a poco fa, altare per la custodia eu- caristica, oggi collocata, più opportunamente, in quel- lo speculare di Sant’Agabio. La grande statua presenta Lorenzo nell’atto di insegnare il catechismo a due fan- ciulli, senza enfatizzare l’episodio del martirio, evocato solamente dalla palma deposta ai suoi piedi. Molto elo- quente è il gesto che il presule compie, appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo più grande ed indicando a lui il cielo, mentre un fanciullo sulla sinistra sta sfoglian- do un testo. Un’altra scultura, che colloca Lorenzo tra gli evangelizzatori della terra novarese, e presente nello scurolo di San Gaudenzio: eseguita da Carlo Beretta offre l’immagine di un sacerdote, indossante pianeta e tricorno, accanto al pozzo e con palma del martirio.
È proprio questa l’immagine che si impone nel con- testo della produzione artistica novarese, presente nel- le chiese, cappelle ed altari dedicati alla memoria del santo, che è sempre ritratti con l’abito talare o con i paramenti sacerdotali, accompagnato dai fanciulli ed accanto ad un pozzo. Esempi si incontrano nella chiesa
di Sassiglioni, frazione di Vocca, dove vi è un altare a lui dedicato, di Ordrovago frazione di Cravagliana e nelle uniche due parrocchiali di cui è il titolare: Cosasca in Ossola e Crevola di Varallo Sesia. In quest’ultimo edi- ficio, ai lati e sulla volta del presbiterio, sono presenti tre affreschi, eseguiti da Antonio Orgiazzi tra il 1760 ed il 1763, che rappresentano la predicazione del santo, con la caduta delle immagini degli idoli, il suo presunto martirio e la gloria.
La devozione a Lorenzo
Sotto il profilo devozionale, San Lorenzo fu venerato, oltre che come protettore dei catechisti diocesani, anche in rapporto alle acque, ovviamente per il riferimento al luogo in cui venne gettato il suo corpo. In occasione della sua festa, a Crevola si svolgeva, fino a qualche anno fa, una processione con un busto reliquiario del santo che raggiungeva l’argine del fiume Sesia, per scongiurare alluvioni che potevano danneggiare il centro abitato e le sue campagne. La memoria liturgica, un tempo fissata al 30 aprile, attualmente è fissata al 4 maggio.
Don Damiano Pomi
 Per approfondire le problematiche relative a Lo- renzo di Novara si consiglia di leggere: M. Perotti, Sanctus Laurentius Mellifluus, terzo vescovo di Novara, in Novarien 1, Novara pp. 21 – 74; per notizie riguardo il culto nella chiesa cattedrale e le vicende dell’altare a lui dedicato si veda M. Dell’Omo, La Cattedrale di Novara, Torino, EDA 1993, pp. 161 – 166.
  Museo Biblioteca del Sacro Monte
 Pubblichiamo questo articolo del 1960. La situazione attuale del Museo è quella di una raccolta non visitabile. Si potrebbero forse studiare delle piccole mostre per far conoscere questa interessante realtà del Sacro Monte.
Nella palazzina Valgrana, sede dell’Amministrazione Civile, ove già si trovava l’archivio del Sacro Monte, venne, dal 1944, ordinato un interessante Museo-Biblioteca, ove furono raccolti documenti, preziose opere, dipinti, incisioni, fotografie, ecc., riguardanti l’insigne Monumento d’arte e di fede. Per esigenza di spazio il Museo fu poi, nel 1950, trasferito in alcune sale del Palazzo Parella, che fronteggia il piazzale della Basilica. Ivi, a cura del direttore artistico del Santuario prof. pitt. Emilio Contini, sono stati esposti dipinti, statue, frammenti di affreschi, acquarelli, bozzetti, i vari progetti della facciata della Basilica e due pregevoli marmi che raffigurano i benefattori Costantino Durio e la consorte Giulia Zanaroli, opera dello scultore valsesiano Leone Antonini e donati dal figlio Alberto nel 1949. Vi si ammirano pure antiche incisioni di Varallo e del Sacro Monte, dell’in- terno della Basilica, vetri di Murano, calici, ampolline, piatti dipinti e traforati un tempo sparsi nelle Cappelle, paramenti di grandissimo valore, ostensori, ecc., ecc., e l’urna in legno scolpito e dorato costruita nel 1854 che ha racchiuso fino al 1949 il simulacro della Vergine dormiente. (Dalla rivista ‘La Valsesia 1960’)
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