Page 11 - Bollettino Gennaio - Aprile 2018
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Stando a questa composizione letteraria, redatta per essere letta nell’ufficio corale da parte dei sa- cerdoti che officiavano come ca- nonici la basilica in cui riposavano le spoglie del santo, Gaudenzio nacque ad Ivrea, antica città roma- na nota con il nome di Eporedia, collocata ai piedi delle Alpi, lungo l’importante via di transito che, dalla pianura Padana, percorrendo la Valle d’Aosta, attraverso i passi del Gran e Piccolo San Bernardo conduceva nei territori d’oltralpe. Non viene riferito l’anno di nascita del santo, verosimilmente da collo- carsi sulla fine della prima metà del IV secolo; la famiglia, definita di nobile lignaggio, era ancora legata alla religione tradizionale pagana ma, ciò nonostante, Gaudenzio ricevette una prima istruzione cri- stiana da parte della nutrice Giu- liana.
Non esistono documenti storici, anteriori alla nominata Vita, che possano avvalorare o smentire que- ste notizie, ormai divenute parte della tradizione popolare. Lungo il
corso principale, nel centro storico di Ivrea, un affresco, con la figura del santo in abiti episcopali, ricorda la sua presunta casa natale mentre, su una piccola altura oltre il corso della Dora, sorge una chiesa a lui dedicata, edificata tra il 1716 ed il 1724. Al suo interno, gli affre- schi del pittore Luca Rossetti da Orta rappresentano episodi della vita di Gaudenzio; in particolare, per quanto riguarda i suoi anni giovanili, è da notare quello in cui Gaudenzio fanciullo è educato alla fede da Giuliana - che la tradizione identifica con l’omonima donna che diede sepoltura ai martiri tori- nesi Avventore, Ottavio e Soluto- re – e quello che rappresenta la sua fuga dalla città. La tradizione loca- le, infatti, ricorda che il giovane, al- lontanato dalla famiglia in quanto cristiano, lasciò Ivrea, di cui viene offerta una visione panoramica contemporanea al dipinto, e trovò ricovero presso la collina su cui è costruita la chiesa.
Trascorsa la notte su di un sas- so, che ancora si può vedere presso
l’altare, Gaudenzio si alzò e, navi- gando il fiume sul proprio mantel- lo - secondo un topos agiografico riferito anche riguardo l’approdo di San Giulio all’isola al centro del Lago d’Orta – partì dalla sua ter- ra. Ad Ivrea esiste anche un’altra rappresentazione di Gaudenzio, che testimonia l’antichità del cul- to lui tributato presso quella che è ritenuta la sua città natale: un affresco che lo ritrae, già come ve- scovo, nella cripta della cattedrale di Santa Maria. Indubbiamente, l’opera è una delle più antiche immagini del nostro patrono ed instaura un particolare legame tra la comunità eporediese e quella novarese.
Gaudenzio si recò a Vercelli dove il vescovo Eusebio, presso il suo episcopio, stava formando coloro che sarebbero stati inviati come evangelizzatori delle città e campa- gne piemontesi ove ancora la popo- lazione praticava i culti pagani.
(continua nel prossimo numero)
Don Damiano Pomi
Gennaio/Aprile • 2018
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