Page 19 - Bollettino Novembre - Dicembre 2018
P. 19

Personaggi Valsesiani - Parte IV
LE LETTERE DELL’AB. CAV. DON ANTONIO CARESTIA, NELLE QUALI SI TRATTANO QUISTIONI STORICHE IMPORTANTI INTORNO ALLA VALSESIA
Riva 7 Giugno 74 [c.a.]
Ho ricevuto la carta, e te ne ringrazio.
Indicami nella prima tua il prezzo per registrarlo. Spedisco oggi per Ferrovia al Prof. Gibelli alcuni libri; l’amico Arienta ti dirà l’importo che ti prego di pagargli.
Da Rassa nulla affatto. Fatica impro- ba di molte ore; ma di Storia patria uno zero più tondo dell’O di Giotto. Tut- tavia ci tornerei volentieri, se il Giugno non mi avvertisse che i cambii botanici non si fanno colle pergamene, ma coi reperti di Flora, che dalle valli alle Alpi ormai ci profonde a piene mani.
M’ha scritto l’Avv. Gallo. I calori estivi gli fanno sospirare giorno e notte la Val- sesia ed il tranquillo soggiorno di Riva.
Domani, permettendolo la pioggia,
che ci minaccia una desideratissima
visita, ritorno a Rassa. Farò probalissi-
mamente nulla, tranne il prender visio-
ne del ritratto del Conte Fassola; pure
cedo alla tentazione di certe pergamene
procuratami a leggere dal quel Sig. Sindaco; e nella spe- ranza di fare in pari tempo la preziosa conoscenza del carattere calligrafico del Notaio D’Anna, che potrebbe mettermi sulle tracce della sua Storia Valsesiana sventu- ratamente perduta, farò il mio viaggio col contento nel cuore. Accadendomi di far qualche scoperta, non aspet- terò che passi la settimana senza dartene annunzio.
Addio intanto.
Tuo aff.mo amico Ab. Carestia
Ma per quest’anno sembra che la carta bollata del suo ufficio gli abbia intonato il veto; suppor- re non è una subdola fibra etica (che egli sia altro crede d’altra indole), quella che non gli vuol ripetere il Salvan- condotto degli anni scorsi. Fatto sta che un Sig. Tierro, giovane genovese addetto al Commercio qui spedito in cura dai medici, della salute di Gallo ne pronostica male. Ed il poverino lavora drammi, combina racconti, narra Gite Alpine, sogna Valsesia, coltiva amicizia, correndo sul sentiero letterario parallelo all’Avv. Elia, che nell’ar- ringo musicale stampa Amore deluso, Sogni d’Amore, Dimmi che m’ami, Ricordi di Valsesia, e romanze, e mazzurche, e marcie, e polke, e Sinfonie, e Walzer! Sic itur ad astris, cioè, per lo meno, all’altro mondo, dove al- meno non ci sarà più l’esattore che ti pela sino al sangue, dove non arriveranno più le lettere dei nipoti studenti sempre bisognosi di denari, dove in fine saranno cessati gli acri rabbugli, che avvelenano l’anima, ti pongano lo scompiglio nei più simpatici e vagheggiati progetti della
vita, ti fanno desiderare il cimitero.
Il nipote prende gli esami nella 1° 15.na di Luglio.
Dio gliela mandi buona. Vorrebbe sforzar la macchina e restar colà, per la pratica, subito. Io preferisco che ven- ghi in vacanza. Fu consigliato a non venire in Provincia a far pratica; ma se costoro sapessero quanti risparmi mi costano gli studii del nipote penso che direbbero meco: è tempo di finirla. Se hai un amichevole parere in pro- posito, fammi il piacere di accenarmelo. Zeffirino sta bene. Se tutto va lindo, la ventura settimana potrebbe accadere che il bolide verdastro dal mio tubo botanico sia visibile a Varallo. In tal caso parleremo a distesa un poco di tutto, malgrado la celerità del bolide.
T’ho già detto di accapararmi una diecina M. Rosa per l’art. che sai. Ora penso: se mai ti decidi a stampar- lo a parte, sarebbe meglio riservarmi allora le 10 o più copie, ben inteso dietro indennizzo delle spese. Il tema lo merita, il tuo bell’articolo, in tal modo raccolto, avrà più durevole vita, quod est in votis del
Tuo Aff.mo Amico Ab. Carestia
A cura di Gabriele Federici
Riva Valdobbia 14 Giugno 1874 [c.a.]
Simile ad un abitatore delle nostre città di pianura,
ansante per l’afa estiva, che al sopravvenire d’una be- nefica pioggia rinfrescatrice, può trarre finalmente dai polmoni più largo il respiro, anch’io già da tempo ansante di non vederti nella possibilità di trattare quel desideratissimo tema della ricerca e conservazione dei documenti di Storia patria, ho dimenticato d’un tratto ogni affanno, quando ieri qui assicurato dal M. Rosa e dalle stesse tue parole, che l’invocato tuo scritto mi stava sotto gli occhi. Ottimamente! Bravissimo! Che se il seguito corrisponderà al principio, come non ne du- bito, le tue parole saranno una vera pioggia d’oro, per lo scopo loro, e pei bisogni nostri. Non occorre che io ti aggiunga parola per impegnarti a scuotere col nerbo della tua penna l’inerzia generale dei nostri patrioti.
L’incubo maledetto che li governa, li addormenta, li accieca, quando sciupano, a chi può più, i preziosi resi- dui delle nostre care memorie antiche. M’affido total- mente al tuo illuminato patriottismo.
Però siamo ad un altro busillis; e qui dimando la parola per ripeterti caldamente la raccomandazione; che la tua troppa amicizia potrebbe farti dimenticare (a danno della causa che perori), di non far menzione di me, se non per pura necessità, e ciò senza la minima frangia; ma semplicemente attenendoti alle esigenze del tema che tratti, e rigorosamente non attribuendo- mi che un poco di buona volontà, come di fatti di que- sta sola mi vanto. Siamo intesi.
Un ritratto dell’abate Antonio Carestia
Novembre/Dicembre • 2018
19


































































































   16   17   18   19   20