Varallo, Palazzo D’Adda: INAUGURAZIONE MOSTRA, I 150 ANNI DELLA SEZIONE DI VARALLO DEL CAI

Sabato 17 giugno a Palazzo D’Adda è stata inaugurata la mostra allestita per festeggiare i centocinquant’anni della Sezione di Varallo del Club Alpino Italiano, con l’intervento dell’avvocato Vincenzo Torti, Presidente Generale del CAI, che si è detto felice di essere attorniato dai bambini dell’alpinismo giovanile, un “vivaio”, in cui crescono bambini e ragazzi nutriti dagli ideali CAI: “Il CAI nazionale da 154 anni cresce tra innovazione e tradizione e trasmette ai ragazzi l’entusiasmo e la passione per la montagna, una scuola di carattere: il mio augurio è che questi giovani siano dei protagonisti”. La Sezione del CAI di Varallo il 18 marzo scorso è stata nominata Cittadina Onoraria di Varallo, un riconoscimento che premia l’impegno di anni, sottolineato dal Sindaco Eraldo Botta, portando il saluto della Città, donando al Presidente Generale una copia del grande volume fotografico dedicato alla Parete Gaudenziana, e augurando alla Sezione che questo importante anniversario sia una ri-partenza verso mete sempre più significative. Il Presidente della Sezione, Paolo Erba, ha ringraziato il Comune di Varallo per aver concesso in uso la sede prestigiosa di Palazzo D’Adda per ospitare la mostra, che sarà aperta nei fine settimana dal 17 giugno al 1 ottobre, quando le celebrazioni si concluderanno con la presentazione del volume per i 150 anni, curato da Carlo Raiteri.
Erba, che è presidente dal 2013, ha sottolineato la singolarità per lui del festeggiare ben due 150 anni: prima quelli del CAI nazionale e ora quelli della Sezione di Varallo e ha ricordato come la Sezione CAI e il Museo Calderini siano nati insieme. Il 24 giugno il Museo Calderini riaprirà le sue sale e il CAI gli sarà accanto, come lo è sempre stato in questi 150 anni, infatti vennero inaugurati nel 1867, nell’ambito di un progetto integrato di montagna, scienza e didattica ideato da Pietro Calderini. Marta Coloberti, conservatore del Museo di Storia Naturale Pietro Calderini, ha anticipato qualche notizia sul riallestimento, segnalando che è stata aggiunta la sezione naturalistica e ha ringraziato il CAI per la donazione della ricca collezione mineralogica che troverà un’adeguata collocazione.
Ovidio Raiteri, medaglia d’oro del CAI Nazionale, è intervenuto augurando ai giovani di fare sempre un passo alla volta, perché: “In montagna è inutile pensare di andare oltre” e ha voluto accanto a sé il socio più anziano della sezione e suo compagno di scalate: Ottavio Festa, ricordando il primo tour sci-alpinistico del Monte Rosa, condiviso molti anni fa.
Umberto Pallavicino, rappresentante del CAI Regionale, ha portato gli auguri a nome del Presidente Michele Colonna. Don Roberto Collarini, Prevosto di Varallo, dopo aver ricordato le molte figure di preti valsesiani appassionati di montagna, da Don Ravelli a Don Gnifetti, a Padre Gallino, che creò il gruppo: Ragazzi in montagna, ha sottolineato che la montagna è una metafora della vita: “Si ha come meta il bello che chiama a salire sempre più in alto”.
In collaborazione con il Circolo Filatelico Valsesiano i 150 anni della Sezione sono stati festeggiati con uno speciale annullo filatelico e con una cartolina celebrativa, che potrà essere acquistata in mostra.
La fotografia riprodotta sia sullo striscione all’ingresso del Palazzo che all’interno, come filo conduttore delle manifestazioni dedicate al 150° della Sezione, rappresenta la prima Capanna Gnifetti, costruita nel 1876 nel punto in cui passò la notte l’Abate Don Giovanni Gnifetti durante la vittoriosa ascensione alla Signal Kuppe, l’attuale Punta Gnifetti. La Vice Presidente, Susanna Zaninetti che, con l’altro Vice Presidente, Piero Bertona, ha coordinato l’allestimento della mostra, mentre Silvia Rovellotti ne ha curato la parte grafica, ha presentato il percorso espositivo articolato in tre sezioni che raccontano attraverso sessantasette pannelli i 150 anni della Sezione di Varallo. La mostra, allestita al piano terra di Palazzo D’Adda e nei loggiati superiori, documenta le molteplici attività della Sezione e rappresenta quanto è stato realizzato dai Soci, soffermandosi sui momenti più significativi: nella sala d’ingresso sono esposti i dieci pannelli riguardanti più propriamente la sezione, accompagnati da documenti e pubblicazioni. Nella Sala del Camino si trovano i quattordici pannelli delle sottosezioni: Alagna, Scopello, Borgosesia, Grignasco, Romagnano, Ghemme e Gruppo Camosci. In questa sezione della mostra sono consultabili alcuni album fotografici dell’archivio storico della Sezione. Al piano superiore sono esposti i pannelli dedicati alle tre scuole del CAI: di alpinismo, di scialpinismo e di speleologia ed è stato ricreato l’ambiente in cui avvengono le lezioni. In questo spazio sono anche state documentate le spedizioni extraeuropee. Nelle salette al pianterreno, a destra dell’entrata, sono esposti i pannelli che riguardano il gruppo di Montagnaterapia, costituito nel 2010 per accompagnare pazienti del centro di salute mentale, i quattro gruppi di alpinismo giovanile e le Commissioni che sono impegnate nella salvaguardia del territorio: Segnaletica e Punti di Appoggio, Montagna Antica, Montagna da salvare. Nella Sala successiva si trovano i pannelli delle commissioni culturali: la Scientifica e la Biblioteca Italo Grassi, che con la sezione staccata alla Capanna Margherita costituisce la biblioteca più alta al mondo. Sono stati documentati il Coro Varade e l’attività della Commissione Manifestazioni che organizza il Natale Alpino, la Festa all’Alpe e gli Incontri dell’Amicizia tra le genti del Monte Rosa. Nell’ultima sala, dedicata alla Commissione Foto Cine, istituita nel 1972, sono esposte alcune delle migliaia di immagini dell’archivio che raccontano la storia della Sezione: si può sedersi e godere la proiezione a ciclo continuo di immagini storiche e filmati.
Al termine della cerimonia di apertura ufficiale della manifestazioni organizzate per celebrare i 150 anni della Sezione, è intervenuto Cesare Ponti, che è tra gli sponsor della mostra, e ha sottolineato come per lui l’appartenenza al CAI sia stata una vera e propria scuola di vita: “Il CAI mi ha formato”, affermazione che può davvero essere condivisa da molti e che valorizza l’operato di una delle Sezioni più attive a livello nazionale.
Piera Mazzone