Rotary Club Gattinara: “Saleinzucca”

Saleinzucca, presentato da Paola Bernascone Cappi e Elisabetta Dellavalle
Mercoledì 8 febbraio al Rotary Club Gattinara Paola Bernascone Cappi ed Elisabetta Dellavalle hanno presentato il loro: “Saleinzucca”, un saporoso pamphlet nel quale le due autrici, vercellesi entrambe, ma l’una, Paola Bernascone con radici a Pontestura, l’altra Elisabetta Dellavalle con ascendenze di Civiasco – che si allungano poi molto più lontano, verso la penisola iberica, in quella Spagna dove i civiaschesi fecero fortuna nell’hotellerie – propongono un argomento di attualità, la cucina – propinata a tutte le ore in televisione come un invadente tormentone – nutrendolo con la letteratura, con l’obiettivo, neppure troppo celato, di risvegliare la coscienza popolare su un tema che attira e divide, in cui ognuno si sente titolato a dire la sua. La prosa è fresca e curata: nutrita di pensieri.
Il Presidente del Rotary Club Gattinara, Paolo Gamalero, incuriosito da questa “strana coppia” ha organizzato una “cena a tema”, strutturando il menu come un racconto di prelibatezze raffinate, i cui contenuti letterari sono stati svelati attraverso i piatti serviti ai commensali.
Saleinzucca è nato da una rubrica: Pantagruel, tenuta settimanalmente da Dellavalle sul blog dell’Università Popolare di Vercelli, nella quale sceglie un libro, traendone fuori tutti gli agganci sul cibo. Paola Bernascone, fondatrice e coordinatrice dell’Università Popolare di Vercelli – che negli anni si è estesa a Gattinara, proponendo corsi numerosi ed interessanti – da sempre coltiva la passione per gli antichi ricettari, che non si riducono a semplici manuali, ma sono “libri di cultura” che raccontano epoche lontane, stili di vita e pensieri, meritandosi posizioni privilegiate nella libreria di famiglia: “In salotto Il cucchiaio d’argento sta accanto alla Critica della ragion pura di Kant, che sappiamo fu anche un eccellente gourmet”.
I libri di cucina per molti anni furono scritti da uomini, persino: “La cuciniera piemontese”, stampato a Vercelli nel 1771, fu scritto da un ministro presso la corte sabauda, Giuseppe Vernazza: “Le donne tramandavano le ricette nella concretezza della cucina di famiglia”, ha precisato Paola Bernascone, sottolineando che in epoche lontane le donne ebbero fama di streghe e avvelenatrici.
La “zuppetta di legumi” è diventata il pretesto per parlare di pane e panelle, tipico cibo da strada di Palermo, apprezzato da Giuseppe Falcone quando era studente al liceo Classico, elemento gastronomico presente nell’incipit del Giorno della civetta di Sciascia. Le polpette, dalle infinite varianti, sono state gustate con salsa di pomodoro e patate al forno, ma nel libro svelano i segreti iberici della nonna civiaschese, che utilizzava il ”bacalao”. Con un salto all’attualità letteraria di Nel mare ci sono i coccodrilli, Enaiatollah Akbari, il giovane profugo afgano, si sente: “Khasta kofta”, stanco come una polpetta, una sensazione che Dellavalle scrive: “Proviamo anche noi tutte le volte che subiamo ingiustizie, tutte le volte che dobbiamo patire, tutte le volte che non sappiamo, o non possiamo, farci le nostre ragioni”.
Nonna Adelaide dalla nativa Pontestura Monferrato si trasferì a Vercelli dove gestì quello che allora era un delizioso albergo Liberty, il Croce di Malta, portando la cucina monferrina nella terra dei risi, ma quella torta di mele che veniva “dimenticata” per ore nel “putagè”, cuocendo dolcemente, dalla morbidezza non più imitabile, diventa l’icona di un tempo che non divorava come Cronos, ma assaporava, proprio come la serata è stata un appetitoso assaggio di lievità culinaria e letteraria.
Piera Mazzone
- Bernascone, Gamalero, Dellavalle;
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