I paesaggi fluviali della Sesia fra storia e archeologia

I paesaggi fluviali della Sesia fra storia e archeologia

Martedì 7 febbraio 2017, presso la Cripta di S. Andrea (Vercelli), gentilmente concessa dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Piemonte Orientale, la Società Storica Vercellese ha presentato: I paesaggi fluviali della Sesia fra storia e archeologia, volume di studi curato da Riccardo Rao (Università di Bergamo), che inaugura la nuova collana: Storie di paesaggi medievali, che accoglie studi e riflessioni interdisciplinari sui paesaggi medievali. Il volume è stato stampato con i contributi della Società Storica Vercellese e del Dipartimento di lettere, filosofia, comunicazione dell’Università degli Studi di Bergamo.

Oggi la storia dei fiumi è un tema  “à la mode”, di attualità tra chi si occupa di ricerca scientifica, collegato alle tematiche ambientali.

Un libro di storia del territorio e di storia dell’ambiente oggi è uno strumento per il governo del territorio: analizzare il territorio storico ci permette di coglierne debolezze e fragilità. E’ importante divulgare queste conoscenze e farne patrimonio comune, essendo necessario che tutti abbiano consapevolezza della storia del territorio in cui vivono per capire le trasformazioni subite e le trasformazioni che noi imponiamo: possiamo costruire l’ambiente, ma dobbiamo essere consapevoli di farlo. La funzione sociale degli studiosi è importantissima”: nelle parole dell’oratore ufficiale, Professor Dario Canzian, docente di Storia Medievale presso l’Università di Padova, dove è titolare anche di un corso di storia ambientale, emerge la consapevolezza della conoscenza e salvaguardia delle vere specificità del territorio fluviale, e la necessità di comprendere le dinamiche che mettono in consonanza le diverse zone fluviali. Canzian sintetizza il contenuto dei saggi con una metafora molto efficace: “Questo libro non parla solo del fiume e delle trasformazioni del suo ambiente, ma si allarga ad un tema molto più vasto, includendo le relazioni che si instaurarono tra individui e comunità, organismi politici e ambiente, è l’idea del fiume come membrana vivente”.

Nuova e foriera di insolite aperture la chiave dell’interdisciplinarietà, che fa dialogare letture storiche, archeologiche e geografiche, permettendo di sondare un campo di ricerca assai più vasto ed articolato. Dodici studiosi hanno lavorato su un tema comune, approfondendolo attraverso l’utilizzo dei peculiari strumenti di ricerca.

Il libro, in cui l’immagine di copertina riproduce un particolare del fiume Sesia nei pressi della Grangia di Gazzo, in una carta del 1622 conservata nell’Archivio dell’Ospedale Mauriziano di Torino, è uno strumento fruibile anche al di fuori dello stretto ambito accademico, che offre moltissimi spunti per gli studi, essendo caratterizzato dall’uso di un metodo che permette di mettere a confronto discipline ed epoche diverse. Multidisciplinarietà e diacronicità si armonizzano nei saggi che diventano una “palestra”, un esercizio di conoscenza topografico e geografico, in cui anche le vicende apparentemente marginali, come quelle che riguardano un piccolo borgo come Biandrate, in realtà si rivelano fondamentali: la Sesia è asse di struttura di un territorio, area di produzione, area integrata di bassa pianura che si collega con i pascoli più elevati. I confini del distretto comunale di Vercelli, studiati da Alessandro Barbero, vanno ben oltre la Sesia, ma il fiume – la cui funzione di confine è per sua natura labile e suscettibile di mutamenti – mantiene il suo valore icastico e simbolico. I paesaggi che sono a contatto con l’acqua sono caratterizzati da una certa dinamicità: “L’acqua è mobile e costringe a cambiare”: così la Sesia ha plasmato il territorio valsesiano e vercellese, ed è diventata un elemento identitario importante. Il curatore del volume, Riccardo Rao, ha infatti ricordato Rosaldo Ordano, il compianto Presidente della Società Storica Vercellese,  che molto aveva scritto sulla Sesia, per il quale la vercellesità si identificava nella Sesia, e, parlando di paesaggio perduto, mostrava di aver compreso come la Sesia storica fosse molto diversa dal fiume che vediamo oggi, ricordando quindi che era molto importante salvaguardare il più possibile ciò che era rimasto.

Un tema molto importante trattato nel volume da B. M. Fracchia, è: La gestione del territorio e delle infrastrutture in Alta Valle Sesia nel quadro delle riforme di Vittorio Amedeo II di Savoia, che analizza una figura che finora era stata poco studiata, quella dell’Intendente, che faceva da tramite tra la Comunità e il sovrano.

Tra i sogni del curatore del volume Riccardo Rao e del Presidente della Società Storica Vercellese c’è sempre quello di allestire una mostra cartografica con tutte le carte storiche disponibili, alcune delle quali sono dei veri oggetti d’arte, come ha ricordato Giovanni Ferraris, che ha chiuso i lavori del pomeriggio ringraziando il pubblico molto numeroso ed attento e preannunciando che a fine anno il Congresso Storico vercellese sarà dedicato a: “Vercelli tra Quattro e Cinquecento”.

Piera Mazzone

IMMAGINI

  • Rao, Ferraris, Canzian;
  • Ferraris Presidente Società Storica Vercellese;
  • Canzian al quale è stata affidata la presentazione.

SOC STOR VER RELATORI SESIA canzian Giovanni Ferraris

One thought on “I paesaggi fluviali della Sesia fra storia e archeologia

  1. cARISSIMI mi ricordo nel 1960 trovandomi a San Bassano vicinio a cremona , mi hanno invitataper andare al Sacro
    Varallo monte di Varallo , giornata mai bella che luogo meraviglioso . a distanza di tanti anni ricordo con tanta nostalgia. aaora mi terovo in Peru da tanti anni ma non dimentico Varallo , sempre ho desiderato ritornarci , ormai anche tornando , gli anni non mi permettono sono religiosa Figlia di San Camillo oriunda della Sardegna Alghero , oggi domenica ho voluto pensavo voglio vedere il Sacro monte grazie

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