Varallo – Presentazione Libro “Le acque valsesiane” di Mario Soster

Varallo – Presentazione Libro “Le acque valsesiane” di Mario Soster

“L’acqua non oppone resistenza. L’acqua scorre. Quando immergi una mano nell’acqua senti solo una carezza. L’acqua non è un muro, non può fermarti. Va dove vuole andare e niente le si può opporre. L’acqua è paziente. L’acqua che gocciola consuma una pietra. Ricordatelo, bambina mia. Ricordati che per una metà tu sei acqua. Se non puoi superare un ostacolo, giragli intorno. Come fa l’acqua”: queste parole scandite dalla madre di Penelope, una Naiade, creatura del mare, nel romanzo “Il canto di Penelope” di Margaret Atwood, potrebbero essere una chiave di lettura dell’ultimo libro del naturalista e fotografo varallese Mario Soster: “Le acque valsesiane”, quarto volume di una collana intitolata “La mia Valsesia”.

Arduino Vettorello nell’Introduzione definisce l’Amico Mario Soster “cimbro di famiglia e di nascita, ma di patria, di cuore e di formazione valsesiana…è lo studioso più esperto della geografia e della natura delle nostre montagne”, ed illustra, in modo conciso e con competenza, il trinomio abbinato alle “Acque del Monte Rosa: Economia, energia, vita”, riprendendo il discorso avviato nel 2010 quando aveva curato i commenti di: “L’Acqua che in silenzio scorre”, un film realizzato dal regista Alberto Cicala, che ripercorreva la lunga storia del nostro fiume, la Sesia, che ha plasmato la fisionomia dell’intera Valle.

Proprio la descrizione della Sesia che fece Don Luigi Ravelli nel 1924, si trasforma nel filo azzurro che attraversa le pagine. Soster, naturalista e cartografo, premette delle esaurienti schede dei principali corsi d’acqua della Valle, lasciando poi campo libero alle suggestive immagini, partendo dal Monte Rosa, allargandosi alle valli laterali e comprendendo anche parte della Bassa Valsesia. Il libro non è solo una raccolta di belle fotografie, ma il risultato di un impegnativo progetto concepito molti anni fa, che si prefiggeva di illustrare le acque valsesiane, mostrando i risultati, talora molto pesanti dell’antropizzazione e dei cambiamenti climatici che hanno causato l’arretramento e il ritiro dei ghiacciai. Mario Soster nutre un rispetto profondo per l’ambiente, nato dallo studio e dalla conoscenza attraverso l’approccio diretto: con passo lento e paziente ha percorso tutte le nostre Valli. Nelle sue immagini nulla è generico, ogni cosa ha un nome, dalle piante alle rocce, alle acque. Per la copertina Soster ha scelto un’immagine del Vallone del Fornale in Val Vogna, con il laghetto del Fornale animato da una straordinaria fioritura di Eriofori. Pagina dopo pagina emerge l’attenzione del botanico, che dà il giusto nome a piante, fiori e felci, e del geologo che illustra le rocce e il loro lento divenire, invitando a scoprire il retaggio dell’antico Supervulcano della Valsesia, oggetto di visite dimostrative e culturali. La Prefazione del volume infatti è stata affidata a Edoardo Dellarole, Presidente del Sesia Val Grande Unesco Global Geopark, che sottolinea l’importanza dell’acqua: “L’elemento che più di ogni altro caratterizza la Valsesia…capace di imprimere la sua forza nelle rocce, nel territorio, negli abitanti e nella cultura”.

La prima impressione che si avverte sfogliando il libro è la meraviglia: davvero esistono così tanti laghetti in alta quota? La puntuale cartina disegnata dalla giovane Martina Fendoni, racchiude l’incanto di quell’universo variegato. L’obiettivo fotografico ne coglie il fascino e le singolarità, come elementi importanti per suscitare un’attenzione più profonda e meno epidermica. In un mondo che corre Soster ripropone la necessità dei tempi lunghi: “Occorre sempre prendersi del tempo per entrare in rapporto con i luoghi, cogliendone lo spirito più autentico: per fare queste fotografie preferisco andare da solo perché devo aspettare la luce giusta, che valorizzi i miei soggetti e talvolta sono tornato sui miei passi, perché non ero soddisfatto dei lavori ottenuti”. Delle molte giornate trascorse in montagna a stretto contatto con la natura, delle faticose salite in luoghi impervi per poter fotografare dall’alto gli specchi d’acqua, è rimasta la soddisfazione di aver riassaporato quel meraviglioso contatto con la natura: “Alle alte quote, tra terra e cielo, tutto è pulito, ti senti proprio libero”.

La campagna fotografica per la realizzazione del volume è stata molto più estesa di quanto emerge dalla pubblicazione: le molte fotografie che non hanno trovato spazio nel libro saranno consultabili in Biblioteca a Varallo, poiché l’Autore ha donato la raccolta integrale delle immagini corredate da didascalie.

Concludiamo quindi con un invito alla lettura e soprattutto a “tuffarsi” nelle nostre “chiare e fresche” acque valsesiane, che hanno mantenuto intatto il loro fascino antico.

 

Piera Mazzone

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